Artena, Giannini: “Centro storico è ferita aperta. Ora tocca alle istituzioni”

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Al centro storico di Artena si conclude il progetto pilota “Un’Oasi nel deserto” degli scout. Giannini: “Serve una presa di coscienza istituzionale dei disagi e dei problemi degli anziani”

Federica Giannini scout Artena Colleferro

I sette mesi di progetto “Un’Oasi nel deserto” degli scout di Artena e Colleferro sono finiti. L’intervento finanziato dalla Regione Lazio, come progetto pilota, ha offerto sostegno e servizi alla popolazione del centro storico di Artena con numerosi interventi di assistenza e di mappatura del disagio della popolazione. Secondo quanto riferisce l’associazione, ne è emersa una situazione preoccupante della popolazione anziana, che vive spesso in solitudine.

Con il progetto sono state portate avanti anche attività per insegnare agli anziani ad usare le nuove tecnologie, per formare i residenti del centro storico ad intervenire in caso di emergenza sanitaria, per far emergere le problematiche sociali avvertite dalla popolazione del Distretto Asl di Colleferro e per incentivare la partecipazione giovanile.

“L’obiettivo del progetto – spiega Federica Giannini, presidente dell’Associazione Scout d’Italia – era quello di rafforzare i legami di vicinanza e di supporto anche attraverso processi di mutuo aiuto. Lo abbiamo abbondantemente raggiunto grazie alla collaborazione con associazioni e singoli volontari che si danno da fare 365 giorni l’anno. Abbiamo capito però che l’associazionismo può fare una piccola parte rispetto a dinamiche sociali e sanitarie importanti come quelle che abbiamo osservato nel centro storico”.

Le attività al centro storico di Artena

“Al centro storico di Artena abbiamo aperto un centro ricreativo che è diventato un punto di riferimento per ogni tipo di richiesta e abbiamo trovato una situazione difficile, aggravata dalla pandemia” ha raccontato in conferenza stampa il 30 novembre la rappresentante dell’associazione che ha gruppi giovanili ad Artena e Colleferro.

“Durante questi mesi siamo riusciti a facilitare la vaccinazione delle persone anziane – prosegue la Giannini -, delle quali quasi nessuno era vaccinata, così come i componenti delle famiglie straniere, che avevano difficoltà di comprensione”.

“Una situazione difficile tra solitudine, alcolismo e depressione: serve presa si coscienza istituzionale”

“I nostri animatori – prosegue – hanno svolto un’attività casa per casa, in alcune occasioni supportando gli utenti nelle vaccinazioni domiciliari, attivando il Cad della Asl e favorendo il ricovero delle persone che ne avevano bisogno. I volontari, inoltre, hanno tenuto un corso per diversi anziani per l’utilizzo degli smartphone. L’esperienza ha mostrato uno scorcio di una situazione difficile, nella quale abbiamo ripristinato con grande difficoltà un contatto con i medici di base dopo l’allentamento dei rapporti avvenuto a causa del covid”.

“In sette mesi – aggiunge la presidente dell’associazione – è emerso che tanti anziani soffrono di solitudine, e ci sono casi diffusi di alcolismo e di depressione, ecco perché il centro storico di Artena è una ferita sociale aperta e un problema anche di ordine sanitario. Ciò che auspichiamo è una presa di coscienza della situazione a livello istituzionale, senza la quale questo progetto pilota finirebbe nel nulla, come già è successo in passato, quando, nel 2015, attivammo un servizio apprezzato di consegna dei farmaci a domicilio”.

“Residenti formati al primo soccorso ma dal Comune hanno già detto che non si può avere un defibrillatore”

“Ad esempio – dichiara Giannini – visto che anche per i soccorsi è difficile arrivare a casa di chi ha bisogno, abbiamo formato undici persone al primo soccorso e all’utilizzo del defibrillatore. Abbiamo chiesto al Comune di posizionare un defibrillatore al centro storico ma già ci è stato detto che non è possibile”.

“Basterebbero poche migliaia di euro l’anno”

“Se non ci sarà una nuova presenza istituzionale in quella zona di Artena – conclude la Giannini -, che potrebbe costare l’impegno di poche migliaia di euro l’anno, le speranze potrebbero tornare ad essere frustrate”.

Un piazzale per i bambini

Il programma ha finanziato anche quattro iniziative giovanili che invitavano i ragazzi tra i 16 e i 28 anni a realizzare altrettanti progetti. La proposta è stata pubblicizzata tramite social e giornali online ma è arrivata solo una proposta. L’intervento realizzato ha riportato i giochi tradizionali sul piazzale Livatino di Artena. Su un angolo del piazzale sono stati disegnati i giochi di un tempo rivisitati in chiave scout.

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