Il CEP chiude: i comuni tremano

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Chiesta la liquidazione giudiziale del Cep. Ci sarebbero 11 milioni di euro di debiti e poco più di 3 milioni di euro di presunti crediti

Lettera fallimento cep
di Massimo Sbardella

Uffici chiusi al Cep, stavolta in via definitiva. Dopo il distacco dell’Enel per morosità, il 7 marzo, ora i battenti chiudono definitivamente. Gli utenti che oggi arrivano al portone di via della Stazione, a Zagarolo, con una cartella da pagare trovano sul vetro un foglio A4 che, con insolita naturalezza, annuncia che gli uffici sono chiusi perché il Consorzio Enti Pubblici ha chiesto in sostanza il fallimento.

“A seguito di una grave e prolungata crisi aziendale – scrive l’amministratore unico Antonio Di Paolo – è stata chiesta al Tribunale di Tivoli la liquidazione giudiziale di Cep Spa, corrispondente al fallimento della precedente normativa sulla crisi d’impresa. La gravità della situazione ha anche imposto l’immediata sospensione delle attività, comprese quelle di ricevimento al pubblico”. I contribuenti sono invitati a riferirsi all’ufficio tributi del proprio comune.

A fare le spese del fallimento anche i dipendenti

Una situazione assurda che, esplosa due anni fa sui principali mezzi di stampa e televisivi, si è protratta agonizzante fino ad oggi, per giungere a quello che era l’epilogo annunciato da tempo. Purtroppo, nel frattempo, i debiti del Cep (che nel 2021 ammontavano a circa 8 milioni di euro) sono quasi raddoppiati e a farne le spese sono stati in primo luogo i dipendenti.

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Nel frattempo, purtroppo, i dipendenti sono stati costretti a continuare a lavorare senza stipendio e senza smart working. E a nulla sono valsi i controlli dell’Ispettorato del lavoro, che si è occupato del Cep senza però giungere ad alcun provvedimento. “I comuni disponibili a proseguire il rapporto con il Cep – scrive Di Paolo nella nota inviata al Tribunale di Tivoli venerdì 24 marzo – risultano insufficienti per ipotizzare ricavi adeguati al soddisfacimento dei creditori”.

Un epilogo facilmente immaginabile dal 2021 che ha portato oggi alla chiusura degli uffici del Cep. Ora che l’agonia è finita restano da capire le sorti dei lavoratori e quelle dei comuni. Resta anche da attendere che, seppure lenta come sempre, la giustizia faccia il suo corso e si arrivi a comprendere se il lavoro svolto dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Tivoli sugli atti poco chiari della gestione del Consorzio individuino o meno delle persone da chiamare a rispondere su quanto accaduto.

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