Lariano, la Cassazione si pronuncia: tornano in ballo oltre 600 mila euro

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Annullata la sentenza e rinviata alla Corte d’Appello la causa tra Comune di Lariano, banca e professionista

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Tornano in ballo oltre 600 mila euro di parcelle che il comune di Lariano potrebbe essere chiamato a pagare. A gennaio – ma lo apprendiamo solo ora – la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza che dava ragione al comune in una complessa vicenda di diritto civile. La Suprema Corte ha infatti accolto il ricorso di un istituto di credito che riveste il ruolo di creditore di un professionista, a sua volta creditore del comune.

Dopo una sentenza che aveva visto soccombente il comune che si era costituito tardivamente, a maggio del 2020 la Corte d’Appello di Roma aveva stabilito che l’ente non era debitore di nulla. Il motivo? I contratti tra l’ente e il professionista andavano considerati nulli per l’assenza di forma scritta. Ora la vicenda dovrà essere riesaminata dalla Corte d’Appello in altra composizione.

La sentenza della Cassazione – che pubblichiamo in calce – prende in esame questioni procedurali attinenti alla “validità implicita” dei contratti, statuita con la sentenza di primo grado e non esplicitamente impugnata in appello. Un passaggio della sentenza della Suprema Corte spiega meglio il punto, molto ostico per chi non “mangia tutti i giorni pane e procedura civile”.

Sentenzia la Suprema Corte: “Poiché tale implicita statuizione non aveva formato oggetto di specifico motivo di gravame da parte del Comune (che aveva riproposto l’eccezione, nel giudizio di secondo grado, soltanto all’udienza di precisazione delle conclusioni), alla Corte di appello era preclusa la rilevazione officiosa della nullità, in applicazione della regola della formazione progressiva del giudicato”.

A questo punto la causa torna alla Corte d’Appello, che dovrà decidere in base ai principi enunciati dalla sentenza della Cassazione. Come andrà per il Comune? La pronuncia rimette in ballo tutto e sembrerebbe che la Corte d’Appello potrebbe non rilevare d’ufficio la nullità dei contratti. Torna dunque il rischio che il comune si debba trovare a pagare per parcelle molto discusse.

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