Il coronavirus “affama” anche i benzinai

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La riduzione della mobilità colpisce anche il settore della distribuzione del carburante che ricorre alla cassa integrazione. Colpiti anche i distributori di Artena e Valmontone

Una riduzione del 40, anche del 50% della vendita di carburanti. È questo ciò che ha portato un anno di coronavirus nelle zone di Artena e Valmontone. Chi mai avrebbe pensato che anche il settore dei carburanti fosse in crisi? Eppure è così.

“Con la riduzione della mobilità – dice il titolare di una pompa di carburanti di Artena – la vendita si è ridotta del 50% perché gli automezzi delle imprese si sono mossi di meno, così come quelli delle famiglie”. “La riduzione è stata almeno del 40% – afferma il titolare di un distributore di Valmontone – e l’unico aiuto che abbiamo avuto è stata la cassa integrazione per i dipendenti che, come noto, viene pagata dopo mesi”.

I benzinai hanno così mandato in cassa integrazione parte dei lavoratori. Difficilmente, invece, sono riusciti a ricorrere ai ristori. Il loro fatturato è alto, infatti, perché comprende anche le accise che vanno allo Stato. Le accise sono base imponibile Iva e incidono per circa 61 centesimi per litro di gasolio e circa 73 centesimi per litro di benzina.

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