La Segre, la scorta e lo striscione di Forza Nuova: a Velletri archiviata querela a una giornalista

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Il Gip di Velletri ha archiviato la querela di Forza Nuova per diffamazione nei confronti di una giornalista del Quotidiano del Lazio su un articolo che riguardava la scorta alla Segre

Pochi giorni fa il Gip del Tribunale di Velletri ha emesso una sentenza che difende la libertà di stampa. La decisione archivia una querela di Forza Nuova nei confronti di una giornalista del Quotidiano del Lazio. Per gli avvocati Carlo Affinito e Francesca Oliveri, che hanno difeso la giornalista, si tratta di “una sentenza che è una vittoria per la libertà di stampa”.

La vicenda risale al 2019 quando il giornale online ha pubblicato un articolo sull’assegnazione della scorta dalla senatrice Liliana Segre. Nell’articolo la giornalista argomentava così l’assegnazione:

“La decisione è stata presa durante il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che si è tenuto ieri. Le cause scatenanti sono stati gli insulti e le minacce ricevuti via web, oltre allo striscione di Forza Nuova esposto durante un appuntamento pubblico. Il Prefetto, presente all’incontro a Milano, ha quindi deciso di assegnare una scorta armata alla Senatrice”

La cosa non è piaciuta a Forza Nuova che, con il suo leader Roberto Fiore, ha deciso di sporgere querela per diffamazione. Il punto è che prima della decisione di assegnare la scorta alla Segre, alcuni attivisti di Forza Nuova avevano esposto uno striscione con scritto “Sala ordina, l’antifa’ agisce, il popolo subisce”. Lo striscione, poi rivendicato dal partito, era stato affisso il 4 novembre 2019 dinanzi alla sede del 6° Municipio di Milano, a una ventina di minuti a piedi dal luogo in cui il 5 novembre sarebbe avvenuto un evento con la Segre. Lo striscione era diretto al sindaco Sala – hanno sostenuto da Forza Nuova – e serviva a sollecitare interventi sull’occupazione abusiva delle case popolari.

Il partito di destra ha evidentemente visto un collegamento tra quello striscione e quanto scritto nell’articolo, chiedendone conto in sede penale. Ma davanti al giudice a vincere è stata l’autrice dell’articolo. La giornalista, difesa dall’avv.to Carlo Affinito e dall’avv.to Francesca Olivieri, ha visto cadere le accuse a suo carico. Nell’articolo non c’era infatti alcun espresso riferimento a quel preciso striscione rivendicato da Forza Nuova, né scritto né in fotografia, inoltre non si affermava che fosse diretto alla Segre.

I legali hanno chiesto l’applicazione della scriminante dell’esercizio del diritto di cronaca, quello legato al diritto di critica e alla critica politica. Alla fine le tesi difensive sono state accolte sia dalla Procura di Velletri, che con il pubblico ministero Dr. Francesco Brando ha presentato la richiesta di archiviazione, sia dal G.i.p., dott.ssa Ilaria Tarantino, che quell’archiviazione l’ha disposta.

Se la giornalista in quel contesto si fosse riferita proprio allo striscione descritto da Fiore sarebbe stata condannata? No. Anche a voler ritenere che lo striscione fosse quello, secondo il giudice non ci sarebbe comunque stata diffamazione. “Infatti, la giornalista – si legge nella sentenza – non aveva affermato che Forza Nuova aveva esposto uno striscione diretto contro la persona della Senatrice Liliana Segre, ma si era limitata a riportare un fatto oggettivo, ossia che “anche” a causa di quello striscione (oltre alle minacce via web) era stata presa la decisione di assegnare la scorta alla senatrice Segre. Circostanza, questa, tutt’altro che implausibile – si legge nella sentenza -, trattandosi comunque di striscione che esprime dissenso nei confronti dell’antifascismo (o potendo essere interpretato come tale dalla generalità dei consociati), esposto la notte prima dell’incontro pubblico al quale avrebbe partecipato la Senatrice Segre, nella medesima città (Milano), e comunque in luogo non distante da quell’evento”.

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