Da nord a sud gli avvocati chiedono di far ripartire i Tribunali

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Gli avvocati hanno manifestato a Roma, Velletri, Latina, Tivoli, Cassino. Non sono proteste isolate: da Milano e da tutta la Sicilia i Consigli dell’Ordine chiedono di far ripartire la Giustizia

“È incredibile che nel nostro paese riparta addirittura il campionato di calcio ma la che la Giustizia resti al palo”. A dirlo è stato il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma, Antonio Galletti, che ha sostenuto la protesta degli avvocati romani davanti al Palazzo di Giustizia di Roma. Nell’ultima settimana si è manifestato davanti a diversi Tribunali del Lazio. Nella regione la linea è univoca e da Nord a Sud, da Milano alla Sicilia, la richiesta è di far ripartire la Giustizia.

Galletti: “Il Ministro accolga i grido di dolore dell’avvocatura”

“Noi avvocati siamo pronti per tutelare i diritti e le libertà dei cittadini e vogliamo farlo in condizioni di sicurezza, in aule idonee e con il personale necessario per garantire il servizio della giustizia nel nostro Paese. Speriamo che il ministro raccolga questo grido di dolore che oggi arriva dall’avvocatura italiana” ha dichiarato Galletti all’agenzia Dire.it in occasione della manifestazione avvenuta il 29 maggio a Roma. Durante la manifestazione gli avvocati romani hanno intonato l’Inno nazionale e deposto i codici sulle scale del palazzo di Giustizia.

Flash mob a Cassino e Tivoli. A Latina intesa tra avvocati e Tribunale dopo la manifestazione

Fatti analoghi sono accaduti il 29 maggio scorso a Cassino e lo stesso giorno davanti al Tribunale di Tivoli. Anche gli avvocati di Latina avevano manifestato il 29 maggio scorso deponendo anche loro i codici davanti al Tribunale dopo aver cantato l’Inno nazionale. L’intesa raggiunta, di cui dà conto Latinatoday.it permetterà a giorni la ripresa delle udienze tre giorni a settimana.

A Velletri manifestazione davanti al Palazzo di Giustizia e assemblea degli iscritti

Gli avvocati manifestano davanti al Tribunale di Velletri

A Velletri venerdì gli avvocati hanno fatto altrettanto e si è parlato addirittura di “Carta Costituzionale stracciata in casa propria”. Gli avvocati veliterni hanno chiesto di riaprire le cancellerie e di far ripartire le udienze fino ad ora bloccate. Come a Roma, davanti al Palazzo di Giustizia di Velletri gli avvocati hanno simbolicamente deposto i codici in una manifestazione che ha coagulato il malessere e il disagio dei professionisti di fronte a questo stop.

Due giorni prima il Consiglio dell’Ordine veliterno aveva approvato una delibera in cui ha condiviso “il disagio che l’Avvocatura sta vivendo” dando atto di averne “fatto argomento, sin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica, di interlocuzione continua ed ancora in corso con la Presidenza del Tribunale”. Ritenendo “che la sede istituzionale deputata a dar voce e tutela all’Avvocatura, sia per il presente che per il futuro, sia l’Assemblea degli Iscritti”, il COA ha convocato l’assemblea per il 16 giugno prossimo.

L’Unione degli Ordini Forensi della Sicilia: “Attività talmente limitata da risultare mortificante”

La richiesta di far ripartire la Giustizia non è solo una questione del Lazio. A Palermo si è riunita in seduta plenaria l’Unione degli Ordini forensi e i consigli dell’Ordine degli avvocati della Sicilia. Gli avvocati siciliani hanno approvato un documento in cui sottolineano come “in molti uffici giudiziari siciliani, malgrado il regime di sospensione dei termini si sia interrotto l’11 maggio scorso, e nonostante il contenimento dell’epidemia, si registra una ripresa delle attività talmente limitata da risultare mortificante per le aspettative dei cittadini e la tutela dei loro diritti.

Il documento, riportato da livesicilia.it, chiede al Consiglio nazionale forense, all’Ocf e a Cassa Forense, al Ministro della Giustizia ed al Ministro per la Pubblica Amministrazione, “ciascuno in virtù delle rispettive competenze e prerogative, di adottare ogni iniziativa utile a riprendere concretamente l’attività giudiziaria, in tutto il territorio nazionale, con criteri di uniformità, che assicurino, insieme al sereno e regolare esercizio della giurisdizione, la certezza del diritto ed il rispetto delle norme processuali, presidi fondamentali di garanzia per ogni cittadino”.

Milano: “Giustizia regredita al Medioevo”

Addirittura di “giustizia regredita al Medioevo” parla il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Vinicio Nardo. “Mentre il paese reale torna a vivere, nei negozi, nei bar, nelle spiagge – ha dichiarato l’avv. Nardo ieri ad Agi.it -, noi restiamo chiusi e, di fronte al bivio tra fare un salto nel futuro e tornare al passato, stiamo assurdamente scegliendo di regredire al Medioevo”. L’Ordine di Milano ha chiesto di riprendere a celebrare tutti i procedimenti rinviando solo quelli la cui trattazione “è impossibile per questioni sanitarie”.

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