“Ucraina? No all’invio delle armi”. Colleferro è per “autorevolezza e dialogo”

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“Restiamo umani” è il moto che è stato portato nelle strade di Colleferro stasera durante la fiaccolata per la pace

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Stasera centinaia di persone di Colleferro hanno formato una fiaccolata per la pace. A guidarla il sindaco Pierluigi Sanna e i rappresentanti dei comuni della zona. La fiaccolata è partita da piazza della Repubblica ed è arrivata in piazza Italia, dove la Filarmonica di Colleferro ha suonato l’Inno alla Gioia, l’Inno ucraino e l’Inno Italiano. Così anche Colleferro si è unita alle tante piazze che hanno chiesto la pace, come quella di Velletri di qualche giorno fa.

Il sindaco Pierluigi Sanna: “Inviamo diplomatici, non armi”

Alla fine ha preso la parola il sindaco di Colleferro, Sanna, che ha ricordato l’articolo 11 della Costituzione Italiana sull’Italia che ripudia la guerra. Il sindaco ha lanciato un messaggio chiaro di solidarietà agli ucraini e messo in chiaro la contrarietà all’invio di armi. “Alle famiglie ucraine andrà dato sostegno economico e psicologico – ha detto Sanna – ma il messaggio più forte che le piazze italiane devono mandare a chi ci governa e all’Europa è l’autorevolezza”.

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La questione è di merito e di metodo. Se a dirimere il conflitto ci va una volta la Cina e una volta la Turchia – ha affermato il sindaco – , vuol dire che l’Europa, che era nata con l’obiettivo della pace, non è più utile. E poi c’è il tema del metodo, che è quello della diplomazia e del dialogo. La Russia e l’Ucraina si incontrino a Roma e non in Turchia o in Bielorussia”.

“Inviamo diplomatici, non armi” ha aggiunto Sanna che ha anche parlato con timore di accenni fatti nel dibattito italiano all’uso di armi atomiche. “I più concreti ed esposti rappresentanti dello Stato – ha dichiarato il sindaco di Colleferro – non saranno mai d’accordo con l’invio delle armi [che è invece in corso ndr], come non lo saranno mai i sindaci. Saremo sempre d’accordo con un intervento diplomatico europeo e delle Nazioni Unite, non di altri istituti, nella risoluzione del conflitto”.

“A noi non si può chiedere una no fly zone o armi – ha proseguito Pierluigi Sanna – ma il dialogo, da sostenere anche tramite le sanzioni più dure, tenendo però presente che avranno un costo. Credo che abbiamo di fronte un triplice compito: di accoglienza, di solidarietà intelligente e non improvvisata, di lanciare un messaggio di rispetto della nostra storia e della carta costituzionale all’insegna della risoluzione diplomatica del conflitto”.

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