“Oro Verde”: i migliori oli sono di Cave, Valmontone, Grottaferrata, Olevano e Artena

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Svelati ieri i vincitori del concorso “Oro Verde” dedicato all’olio extravergine d’oliva di Castelli Romani, Monti Lepini romani, Monti Prenestini e Alta Valle del Sacco

Svelati i vincitori della seconda edizione del concorso “Oro Verde”, organizzato dall’Associazione Ferao con la collaborazione dell’associazione Capol di Latina. La competizione ha visto la partecipazione di trentasette produttori, tra aziende e olivicoltori, provenienti da Artena, Segni, Valmontone, Castel Madama, Genzano di Roma, Lariano, Cave, Grottaferrata, Olevano Romano, Velletri, Zagarolo, San Vito Romano, Anagni, San Gregorio da Sassola, Lanuvio, Montelanico e Bellegra.

A premiare tutti è stato il presidente dell’Università Agraria di Valmontone, Roberto Pizzuti (presente alla cerimonia), che ha patrocinato l’iniziativa insieme a sei Comuni (Montelanico, Castel San Pietro Romano, Segni, Lariano, Valmontone, Ciampino) e due Comunità Montane (la XXVIII dei Monti Lepini e la XI dei Castelli Romani e Prenestini).

Le caratteristiche dell’olio di Castelli, Lepini, Prenestini e Valle del Sacco

Il concorso ha fatto emergere le particolarità degli uliveti della provincia di Roma e di Frosinone. L’olio che ne scaturisce è caratterizzato da un fruttato leggero o medio-leggero e sentori di mandorla, carciofo ed erbe aromatiche. Le varietà predominanti sono il leccino e la rosciola che danno origine a blend adatti al condimento di cibi delicati. Tipica dei Castelli Romani è la “ritornella”, anch’essa un’oliva da cui si ottiene un olio dal fruttato leggero. Presenti anche impianti di ascolana tenera, itrana, pendolino, carboncella e leccio del corno.

I premi assegnati

Tutti i campioni di olio presentati sono stati analizzati e valutati dagli assaggiatori del Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole Latina (Capol): l’84% degli oli è risultato extravergine e soltanto nel 16% dei casi il panel test ha riscontrato dei lievi difetti. Buona dunque la qualità media. Ma veniamo ai vincitori premiati presso il ristorante “Chiocchiò” di Artena. Ecco la classifica:

  • 1° premio: Alessandro Sapochetti (Cave) con un blend di leccino, rosciola, pendolino e leccio del corno;
  • 2° premio: Carlo Paniccia (Valmontone) con un blend di leccino e frantoio;
  • 3° premio: Azienda Agricola Villa Cavalletti della famiglia Torelli (Grottaferrata) con un blend di itrana, frantoio, rosciola e leccino;
  • 4° premio: Federica Carletti (Olevano Romano) con un blend di rosciola (50%) e leccino;
  • 5° premio: Aldo Velli (Artena) con un blend di leccio e pendolino.

Una menzione speciale come “Giovane olivicoltore” è stata assegnata al piccolo Tommaso di Artena, che a 11 anni cura l’uliveto con il papà Alessandro Sanità. Il “Premio del Consumatore” è andato a Carlo Paniccia. Il riconoscimento è stato assegnato da una giuria di giornalisti, ristoratori ed esperti del settore che hanno assaggiato e valutato, in forma anonima, gli oli finalisti del concorso.

Centauri: “Quest’anno, significativo miglioramento della qualità”

“Quest’anno abbiamo riscontrato un significativo miglioramento qualitativo degli oli in gara rispetto alla precedente annata” spiega il presidente del Capol Luigi Centauri. “È importante rimarcare che questi appuntamenti non mirano ad eleggere il miglior olio – ha aggiunto Centauri – bensì a creare tra produttori e consumatori una coscienza della qualità, che si sostanzia nel miglioramento del prodotto da parte degli olivicoltori e un più attento acquisto da parte dei consumatori. Queste iniziative incentivano, inoltre, il recupero dei terreni olivicoli abbandonati e le piccole produzioni che nascono da territori caratterizzati da un’alta biodiversità”.

Lanna: “L’olio extravergine d’oliva fa bene alla salute”

Durante la premiazione, il medico di medicina generale Giuseppe Lanna ha citato alcuni studi “in vitro” secondo cui i polifenoli contenuti nell’olio extravergine d’oliva possono influenzare la genesi e l’esito di alcune patologie tumorali. “L’olio extravergine d’oliva di qualità fa bene alla salute – ha detto Lanna – ma come ogni alimento va consumato nelle quantità giuste: nel caso specifico, non più di 30 g al giorno, associato ad un sano stile di vita per avere tutti i benefici degli effettivi protettivi dell’olio d’oliva”.

Pizzuti (Agraria): “Farò tutto quel che posso per far rientrare Valmontone nella IGP Olio di Roma”

“Il concorso Oro Verde è stato un’ottima iniziativa perché è giusto puntare sulla qualità dei prodotti agricoli e mi fa piacere che uno dei vincitori sia di Valmontone” ha commentato il presidente dell’Università Agraria di Valmontone, Roberto Pizzuti. “Il territorio di Valmontone – ha aggiunto Pizzuti – è da sempre vocato alla produzione di latte, cereali e mais ma con la riduzione dei prezzi di questi alimenti le aziende stanno riconvertendo la produzione di latte verso quella di carne bovina di qualità. Per mantenere il reddito aziendale è anche importante valutare nuove colture e l’olivicoltura può essere un’opportunità, per questo è mia intenzione fare tutto ciò che posso affinché Valmontone sia reinserita nell’area di produzione della IGP “Olio di Roma””.

Biagi: “Gli olivicoltori salvaguardano la biodiversità e difendono il territorio”

“Il nostro ringraziamento va all’Università Agraria di Valmontone, ai Comuni che hanno patrocinato e promosso questo secondo concorso e ai produttori che vi hanno partecipato” ha detto il presidente dell’Associazione Ferao, Luigi Biagi, che ha organizzato il premio. “Gli olivicoltori che fanno extravergine d’oliva di qualità – ha proseguito –, hanno due meriti: producono un prodotto sano e salvaguardano la biodiversità del territorio, evitandone lo spopolamento e l’abbandono. Aiutarli e sostenerli – ha dichiarato il presidente dell’associazione – vuol dire avere a cuore il territorio, difendere il reddito di chi ci vive e promuovere un prodotto che tutto il mondo ci invidia. Ecco perché va reso merito a quelle Istituzioni, specialmente quelle locali, che sono vicine al settore. Quando invece le Istituzioni non sono al fianco di agricoltori e olivicoltori non fanno altro che un torto alle loro stesse comunità”.

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