Cresce il disagio sociale: i casi che dovrebbero far riflettere

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

Nono solo Artena: anche a Lariano, Velletri e Valmontone i casi che sembrano segnare un trend da prendere sul serio

artena centro urbano

Il disagio sociale sta crescendo. Una settimana dopo l’altra i punti di emersione di questo disagio sembrano farsi più numerosi. Si potrebbe parlare di fatti di cronaca, che finiscono nel nulla, ma pare più corretto parlare di un malessere sociale che è sempre più evidente e che si esprime con fatti di cronaca. Negli ultimi tre giorni, tre casi diversi si sono verificati ad Artena.

Qualche giorno fa una donna è entrata nel piazzale di una scuola in stato di agitazione, dopo essere andata in comune. Sul posto sono arrivate tre pattuglie dei carabinieri, perché pare che avesse riferito che qualcuno l’avesse minacciata. Alla fine si è calmata ed è andata via con i partenti.

Un altro caso è avvenuto al centro storico di Artena. Anche in quell’occasione diverse pattuglie dei carabinieri sono dovute intervenire per un presunto caso di maltrattamento in famiglia. Il terzo caso è avvenuto ieri, di nuovo nel centro storico e ancora una volta per un litigio tra conviventi. In nessuno di questi casi sarebbero emersi gli elementi per arrivare a un arresto.

Tutti gli episodi, invece, sono stati interpretati dall’opinione pubblica come fatti di cronaca. Sarebbe invece opportuna una riflessione sul disagio e sul malessere sociale che sta emergendo in questo periodo. In passato tale disagio aveva punti di emersione nei casi di suicidio che diverse volte hanno interessato la zona. Ora invece si sembra emergere con diversi piccoli episodi.

Da qualche tempo, queste manifestazioni di malessere pare siano più frequenti, non solo ad Artena. Ad esempio poco più di un mese fa a Velletri un uomo è entrato in un supermercato, ha preso dei coltelli esposti sugli scaffali e ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia. Pensava di essere in un ospedale romano e reclamava le sue visite mediche. I carabinieri lo hanno bloccato e consegnato al 118.

Meno di un mese fa a Lariano un uomo si è chiuso in casa, all’ultimo piano del palazzo, dopo aver urlato contro la madre e puntato un coltello contro i carabinieri. È stato fatto uscire dopo ore di negoziato condotto dai militari dell’Arma e alla fine è stato portato in ospedale. A fine settembre, un altro caso è accaduto a Nemi, dove un uomo, ubriaco, ha distrutto casa della madre e minacciato i carabinieri con una mazza chiodata.

Il dieci settembre l’ennesimo fatto di cronaca, stavolta a Valmontone. Un ragazzo ha aggredito l’ex compagna, alla presenza del figlio piccolo, ed è stato bloccato dai passanti. Ad agosto un episodio del genere si è verificato a Nemi, dove un uomo aveva distrutto ogni cosa nel giardino di una famiglia che lo aveva ospitato. Nello stesso mese ad Artena è stata incendiata la porta del Mulo Brigante, apparentemente senza motivo, dopo una serie di incendi alle porte di casa. A fine agosto gli autisti del Cotral hanno subito tre aggressioni nella zona: due tra Colleferro, e Velletri.

In appena due mesi sembra così delinearsi un trend preoccupante. Che sia dovuto all’incertezza sul futuro, alla situazione economica difficile, o ai postumi della pandemia, è un fenomeno che andrebbe analizzato e compreso meglio da chi ci governa. Alla falsa e immediata soluzione dell’intervento dei carabinieri, andrebbero contrapposte azioni diverse, che vadano alla radice dei problemi. Altrimenti si rischia di delegare alle forze dell’ordine i problemi sociali, aggravati da una situazione di ansia pubblica dovuta a guerra, pandemia e crisi economica.

Metti "Mi piace" per rimanere aggiornato

Non perderti nemmeno una notizia Seguici su Google News

WhatsApp Contatta La Tribuna