Artena, il Comune mette in mora i consiglieri di opposizione

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Il Comune di Artena ha diffidato i consiglieri a pagare le spese delle cause perse al Tar del Lazio per il voto del vice sindaco esterno

comune artena

Il comune di Artena ha messo in mora i consiglieri di minoranza. La segretaria comunale, in qualità di responsabile del Servizio 1 del Comune, ha infatti scritto ai consiglieri una lettera con cui chiede il pagamento di circa diecimila euro di spese legali. Le somme si riferiscono alle tre sentenze del Tar sul voto del vice sindaco esterno, per le quali i consiglieri sono stati soccombenti.

Il Tar del Lazio, nel respingere il ricorso presentato da trentaquattro persone, aveva condannato i ricorrenti a pagare le spese del giudizio. Si trattava di 5500 euro per una sentenza, 2200 per un’altra e altrettanti per la terza. Dopo la pronunce del Tar, che hanno lasciato in molti stupiti, i consiglieri non hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato, accettando così le decisioni del giudice di prima istanza.

È stato uno sbaglio non fare appello? Qualcuno ritiene di sì. Ma i giochi si sono ormai conclusi. Le sentenze del Tar del Lazio sul voto del vice sindaco esterno costituiscono un unico arresto giurisprudenziale sul tema. Non hanno precedenti e prendono un orientamento diverso rispetto a un risalente parere del Consiglio di Stato.

Il rischio dell’incompatibilità in caso di mancato pagamento

Diventate irrevocabili le sentenze, il Comune è passato all’incasso. Secondo quanto c’è scritto nella lettera, i ricorrenti dovranno versare le somme entro quindici giorni. Se non lo faranno si potrà aprire uno scenario particolare. Da una parte il Comune ha annunciato che adirà alla magistratura per ottenere il pagamento del dovuto. Dall’altra, con la sopravvenienza di una lite, i consiglieri potrebbero incorrere in cause di incompatibilità che andranno rimosse entro dieci giorni: in caso contrario potrebbero essere fatti decadere.

Carocci: “Pagheremo di tasca nostra a differenza degli altri”

Ma tra i membri di minoranza del consiglio c’è già chi ha detto che il debito sarà onorato. “Noi pagheremo quanto dovuto e lo faremo di tasca nostra – ha dichiarato Silvia Carocci, di Artena Cambia –, a differenza dei consiglieri comunali di maggioranza che, per quella causa come per altre, hanno speso migliaia euro di avvocati per difendere i propri interessi politici quando sapevano perfettamente che le casse comunali erano a secco”.

Sappiamo – ha proseguito – che avvisi simili sono arrivati anche ad altri cittadini che hanno sostenuto cause diverse col Comune. In un momento come quello attuale, è veramente una batosta per le famiglie che già sono in grande difficoltà e mi auguro che si adottino delle misure per venirgli incontro, anche rateizzando i pagamenti. La situazione critica del bilancio comunale comincia a mostrare i primi segni ed è assurdo che i responsabili politici di questo disastro ancora non si dimettano”.

Angelini: “Se i soldi del Comune vengono usati per le cause invece che per le opere pubbliche, è chiaro che il bilancio non si risanerà”

“È stata una sentenza unica in Italia – ha ricordato Augusto Angelini – e fa giurisprudenza perché non si era mai visto che potesse votare in Consiglio il vice sindaco esterno, che si era precedentemente dimesso da consigliere. A mio avviso è stata una sentenza anomala ma pagheremo, perché rispettiamo la legge e le sentenze, e paghiamo le nostre cause di tasca nostra”.

“Invece – ha proseguito Angelini – chi era in Amministrazione a rappresentare il Comune ha nominato un principe del foro che è costato più del doppio del nostro ed è stato fatto pagare dalle casse comunali. Poi ci chiediamo perché il comune è in pre-dissesto? Se i soldi della pubblica amministrazione – ha aggiunto il consigliere – invece di essere utilizzati per opere pubbliche e servizi vengono usati per le liti legali è chiaro che il bilancio del comune non si risanerà mai e lo vediamo tutti i giorni con la mancanza di servizi e infrastrutture”.

A quali precedenti si riferiscono i consiglieri?

Non lo dicono, ma nella memoria ci sono ancora alcune cause perse dall’Amministrazione per le quali ha dovuto pagare il comune di Artena. A parte quelle più tecniche, ce ne sono due nelle quali i politici artenesi hanno avuto un ruolo e per quel quali hanno pagato le casse comunali. Una di queste riguarda la decadenza della consigliera Centofanti. Voluta dalla maggioranza, è finita con la condanna del Comune alle spese. L’altra? Il licenziamento della dottoressa Gatta. Anche in quel caso, a pagare decine di migliaia di euro è stato il Comune. A quelli pagati, se ne aggiungono altri da pagare. Il Comune di Artena ad aprile scorso riportava ancora in bilancio 143 mila euro di debiti da pagare per “liti, arbitraggi e consulenze”. Importi che vanno dal 2007 al 2020.

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