Velletri, due condanne per i truffatori delle ricariche postepay

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Il Tribunale di Velletri ha condannato a cinque e due anni due giovani che avevano truffato venditori sul web

Avevano truffato decine di persone. Nove casi sono stati accertati ai Castelli Romani, altri si ipotizzano in diverse province italiane. Per un giovane di Velletri e un italiano di origine straniera, domiciliato in un campo nomadi – ma agli arresti da tempo -, sono arrivate le prime condanne. Ad emetterle giovedì è stato il Tribunale di Velletri con il rito abbreviato, a cui hanno fatto ricorso i difensori degli indagati.

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Entrambi hanno ricevuto una condanna per truffa, indebito uso di strumenti di pagamento, riciclaggio e auto-riciclaggio. Altre persone sono state rinviate a giudizio. Tra coloro che andranno in aula tra qualche mese c’è anche un ristoratore di Castel Gandolfo, accusato di riciclaggio.

Il suo ruolo sarebbe stato quello di consentire ai truffatori, con pagamenti fittizi, di prelevare il denaro che avevano rubato alle loro vittime con delle postepay. Proprio quei pagamenti erano risultati strani ai carabinieri di Castel Gandolfo, che indagavano sulle truffe a seguito delle denunce presentate dalle vittime. Durante la zona rossa, infatti, il ristorante infatti sembrava non soffrire della crisi che aveva colpito gli altri ristoratori.

Il sistema per truffare i venditori

La particolarità del sistema ideato risiedeva nel fatto che ad essere truffati sono stati i venditori di beni sul web e non i compratori. I truffatori infatti si fingevano compratori e si concentravano su coloro che vendevano macchine, moto o altri oggetti di valore su internet, che accettavano pagamenti con ricarica postepay e che non erano particolarmente pratici dei postamat.

Le vittime venivano guidate per telefono, con raggiri che le inducevano in errore, nelle operazioni al postamat. I venditori credevano di mettere in atto le procedure per prelevare i soldi dalla carta del compratore e invece trasferivano il denaro dal proprio conto alla carta prepagata dei truffatori.

A questi ultimi non rimaneva che scaricare la prepagata il prima possibile, magari trasferendo prima i soldi su altre postepay. Oppure facendo dei finti pagamenti in attività commerciali compiacenti che poi ridavano loro la somma in contante. Il sistema si è comunque interrotto dopo l’indagine dei carabinieri di Castel Gandolfo, che nel dicembre 2021 hanno arrestato alcuni degli indagati. L’altro giorno in Tribunale il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani ha ottenuto le prime condanne, delle quali ha dato notizia Il Messaggero oggi in edicola. Per gli altri il processo inizierà in estate.

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