Valmontone: sull’ex ospedale medici perplessi e politici entusiasti

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La Asl Roma 5 ha fatto inserire il progetto di un “Ospedale di Comunità” nella struttura di via Porta Napoletana. Il Comune di Valmontone esulta, i medici di famiglia sono “perplessi”

Quasi quattro milioni di euro del PNRR arriveranno a Valmontone per l’ex ospedale di via Porta Napoletana. Per la precisione si tratta di 3,6 milioni di euro che serviranno a ristrutturare l’edificio alle propaggini del centro storico di Valmontone. Secondo il Comune l’intervento porterà Valmontone ad avere “un ruolo fondamentale nell’assetto della sanità del territorio disegnato da Asl Roma5 e Regione Lazio”.

Ma l’idea non lascia tutti convinti. Ad esempio Giuseppe Lanna, segretario del sindacato autonomo dei medici di famiglia, è perplesso. Non tanto per il progetto in sé quanto per la localizzazione dei servizi e per il personale sanitario necessario, su cui – ricordiamolo – il PNRR non influirà. In particolare i dubbi si coagulano sull’insufficienza di parcheggi intorno all’ex ospedale, sulla necessità di una strumentazione specifica e sui disagi per gli utenti. E un interrogativo: i medici di base e i pediatri saranno spostati lì?

Il progetto finanziato col PNRR a Valmontone

Prima di tutto vediamo che prevede il progetto finanziato con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lo spiega il Comune di Valmontone in un comunicato. “Nell’ex ospedale di via Porta Napoletana – dice il Comune – sono stati collocati sia una Casa della comunità, per 538 metri quadri, che un ospedale di comunità, su una superficie di 1.100 metri quadri”.

La Casa di Comunità

“Nello specifico – prosegue il comunicato del Comune di Valmontone -, la Casa della Comunità è una struttura in cui opereranno gruppi multidisciplinari di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti; la numerosità garantirà la presenza capillare su tutto il territorio regionale. All’interno della Casa della Comunità, potendo contare sulla presenza degli assistenti sociali, dovrà realizzarsi l’integrazione tra i servizi sanitari e sociosanitari con i servizi sociali territoriali, e dovrà, inoltre, configurarsi quale punto di riferimento continuativo per la popolazione che la strumentazione polispecialistica, anche attraverso una infrastruttura informatica e un punto prelievi, permetterà di garantire la presa in carico della comunità di riferimento”.

L’Ospedale di Comunità

“L’Ospedale di comunità – si legge ancora -, invece, dotato di circa 20 posti letto a gestione prevalentemente infermieristica, contribuisce ad una maggiore appropriatezza delle cure determinando una riduzione di accessi impropri al pronto soccorso o ad altre strutture di ricovero ospedaliero o il ricorso ad altre prestazioni specialistiche. L’Ospedale di Comunità potrà anche facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio, consentendo alle famiglie di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più adatto alle esigenze di cura dei pazienti”.

Giuseppe Lanna: “Le premesse lasciano perplessi”

“Le premesse su cui nasce il progetto lasciano perplessi”. A dirlo è un operatore della sanità di Valmontone: il dottor Giuseppe Lanna, medico di famiglia e segretario provinciale dello Snami, il sindacato nazionale autonomo medici italiani. La questione cruciale secondo il dottore riguarda il personale. Inoltre ci sarà lo spostamento degli studi medici nell’ex ospedale: un fatto che comporterà disagi per la popolazione.

“Si tratta sicuramente di un importante ed ingente investimento immobiliare e di recupero urbanistico in un contesto ambientale suggestivo – esordisce Lanna -, su una struttura non modificabile e non facilmente raggiungibile con pochissimi parcheggi. Aspettiamo di valutare quanto personale e con quali dotazioni andranno a lavorare all’interno di queste strutture per poter dare un giudizio”.

“Dovrà essere realizzata una diagnostica di primo livello h24 per permettere ai medici del nuovo ruolo unico di ridurre gli accessi in pronto soccorso” prosegue il medico. “Le premesse lasciano perplessi – commenta Lanna – si pensi solo alle difficoltà che potrebbero avere i familiari dei possibili 20 ricoverati per andare a fargli visita, per non parlare delle centinaia di pazienti che ogni giorno accedono agli studi dei medici di medicina generale una volta che verranno trasferiti nella Casa di Comunità”.

L’alternativa dei percorsi di cura secondo Lanna

“Personalmente – aggiunge Giuseppe Lanna – ho sempre auspicato e lavorato alla realizzazione di percorsi di cura e presa in carico multidisciplinari. Ne è testimonianza il Percorso Diagnostico Terapeutici Assistenziali  per il diabete del distretto di Colleferro, dove abbiamo arruolato duemila pazienti in poco più di due anni. Il progetto è stato l’unico nel Lazio ad aver raggiunto questi numeri di pazienti arruolati e ad avere indicatori di appropriatezza e di esito intermedi importanti. Un investimento di questa entità che dovrà garantire a tutti in maniera equa e gratuita l’accesso alle cure – afferma Lanna tornando sulla riqualificazione dell’ex ospedale – se non si rivelerà efficace ed efficiente in termini di servizi forniti, peserà pesantemente sulle fasce più deboli della popolazione”.

La presentazione del progetto dell’ex ospedale a Valmontone e il ruolo di Eleonora Mattia

Intanto il Comune di Valmontone sta mettendo in programma la presentazione del progetto finanziato con il PNRR. Secondo la nota comunale, verrà a spiegare il finanziamento l’assessore alla sanità regionale Alessio D’Amato quando sarà guarito dal covid. Insieme a lui ci sarà il vice presidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, e la presidente della IX Commissione regionale, Eleonora Mattia. La consigliera regionale è indicata dal Comune come la rappresentante istituzionale “che tanto si spende ogni giorno per questo territorio”.

“Siamo grati alla Regione Lazio e al direttore della Asl Roma5,Giorgio Santonocito, – commenta il sindaco Alberto Latini – perché in questo modo si dà concretezza agli impegni assunti in questi anni. Fin dal 2019, infatti, dopo un sopralluogo nella struttura di via Porta Napoletana il direttore Santonocito aveva raccolto la nostra richiesta di ripristinare in quella sede servizi sanitari in grado di dare risposte alle esigenze di sanità pubblica del territorio. L’occasione dei fondi PNRR consente, oggi, di dare seguito a quegli impegni e di realizzare qualcosa su cui, insieme a tutta l’Amministrazione comunale, stiamo lavorando da oltre due anni”.

Eleonora Mattia: “Con il PNRR un’occasione storica”

“Con il PNRR nel Lazio – aveva così commentato la Mattia i finanziamenti del PNRR – un’occasione storica per lasciare definitivamente alle spalle i tempi del commissariamento e dopo l’ottima gestione che ha portato al risanamento della sanità regionale, inaugurare una nuova stagione di investimenti che metta al centro le persone e i propri bisogni, il diritto all’accesso a cure di qualità tramite l’ammodernamento tecnologico e il potenziamento della rete dei presidi sanitari territoriali”.

“Nell’Asl RM 5 – ha proseguito la Consigliera – si concentrano circa il 10% delle risorse complessivamente stanziate per la Regione che si tradurranno in 22 case della comunità, 6 ospedali di comunità e 8 centrali operative oltre a 15 nuove apparecchiature di ultima generazione. Importanti gli investimenti per tutto il territorio, compresi Valmontone, Colleferro, Palestrina e i Comuni dei Monti Lepini: per i distretti G5 e G6 sono previsti quasi 14 milioni di euro per 10 case delle comunità, 2 ospedali di comunità e 2 centrali operative”.

“Un investimento straordinario – ha concluso la Mattia – che complessivamente rivoluzionerà l’erogazione dei servizi e il rapporto tra cittadinanza e servizio sanitario: digitalizzazione, continuità assistenziale, prossimità. Così dalla pandemia vogliamo ricostruire le nostre comunità sulla base dell’idea di città che cura e che non lascia indietro nessuno”.

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