“Doveva salvarci, invece va salvata”: la farmacia comunale di Valmontone parte male

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La farmacia comunale al Valmontone Outlet è in perdita. E una dura relazione dell’Azienda speciale ne spiega i motivi

farmacia comunale valmontone

La farmacia comunale di Valmontone non va. Nei primi mesi di gestione, secondo fonti qualificate, si sarebbero registrate perdite economiche cui si starebbe cercando di far fronte. Entro fine anno i conti potrebbero migliorare ad alcune condizioni, ma la gestione dell’attività potrebbe assorbire anche l’utile che l’Azienda speciale comunale fa registrare ogni anno.

Per migliorare la performance aziendale sarebbe necessario ampliare i servizi, magari collegare meglio l’attività ai negozi del centro commerciale o, eventualmente, provare a trovare un altro locale. Insomma, bisogna “raddrizzare la barra”. Come ha affermato il consigliere comunale Piero Attiani, “la farmacia è diventata un problema: doveva salvarci e invece va salvata”.

La dura relazione firmata dal direttore dell’Azienda Speciale di Valmontone

Quali sono i problemi li ha messi nero su bianco il direttore generale dell’Azienda speciale di Valmontone, Antonio Filonardi, in una dura relazione protocollata in comune un mese fa. “La mancata definizione di ruoli e competenze – ha scritto il direttore – ha portato a dei disallineamenti rispetto al progetto iniziale, che comunque ha mantenuto fermo l’obbiettivo dell’apertura della farmacia”.

“La realtà fatta di complicazioni burocratiche, di difficoltà al reclutamento di personale specializzato, di mancata convergenza per l’individuazione del direttore di farmacia, di problematiche strutturali – ha proseguito Filonardi -, ha comportato un ritardo nell’apertura originariamente prevista per novembre 2021 e avvenuta solo ad aprile 2022″.

Nel progetto originario, il punto vendita doveva essere “fruito dalle milioni di presenze annualmente previste all’outlet”. E invece “la realtà di questi quattro mesi di gestione – ha scritto il direttore – vede il progetto originario imperniato su potenzialità rivelatesi disattese”. Il problema? L’ubicazione “defilata si è rivelata a dir poco negativa e controproducente”. Così Azienda e Comune sono dovuti correre ai ripari. E dal 4 maggio hanno raggiunto un accordo con l’Outlet per rideterminare il canone di locazione in trentamila euro “con il riconoscimento di un bonus relativo ai primi sei mesi di apertura”.

La necessaria “scelta di campo” e la proposta dell’affitto del ramo d’azienda

Dall’Azienda è così arrivato un disperato appello al Comune. Quello di fare una “scelta di campo” per dare risultati immediati, che è allo stesso tempo “rischiosa e non suffragata da potenziali risultati che oggettivamente possano indurre ad un roseo futuro di sviluppo”. La scelta è quella di dare al servizio una “connotazione prettamente privatistica”. Come farlo senza perdere la gestione del servizio? La proposta dell’Azienda Speciale è di affittare il ramo d’azienda a un privato.

“La farmacia comunale doveva essere la salvezza e invece è diventato un problema”

Dalla politica valmontonese arrivano parole preoccupate. A pronunciarle è stato Piero Attiani, consigliere comunale di opposizione, secondo il quale la gestione della farmacia è diventata un problema per lo stesso comune di Valmontone.

“Sono preoccupato per la gestione da parte dell’Azienda municipale ASSIC – ha dichiarato Attiani –, che è il braccio esecutivo del Comune. Evidentemente il management non è all’altezza del ruolo. Tutte le previsioni fatte per il 2022 si sono rivelate sbagliate: le spese per il personale sono aumentate e anche per la farmacia comunale sono state fatte delle assunzioni che gravano per 200 mila euro l’anno sulla società”.

L’Amministrazione Latini ci aveva detto che con l’apertura della farmacia tutti i problemi si sarebbero risolti – prosegue il consigliere –, perché il punto vendita avrebbe dato delle ingenti entrate proprie all’Azienda. E invece non è così, infatti in questi quattro mesi la farmacia è in perdita, tanto è vero che l’Amministrazione sta pensando di affidare la gestione a qualche privato. La farmacia doveva risolvere i problemi di tutti – ha aggiunto Attiani – e invece è diventato un problema: doveva salvare il comune e invece va salvata”.

“Gli obiettivi saranno raggiunti in 12-18 mesi. Daremo la gestione a un privato”

L’Amministrazione comunale, da parte sua, cerca di “metterci una pezza”. Non parla di perdite ma della “necessità di tempo per far crescere i guadagni”. Il sindaco Alberto Latini e l’assessore Giulio Pizzuti affermano in sostanza che entro i 12-18 mesi preventivati si arriverà agli obiettivi prefissati. Ma allo stesso tempo fanno sapere di aver deciso che daranno la farmacia in gestione a un privato in cambio di un canone annuo. In proposito, ecco la posizione del sindaco Alberto Latini e l’assessore Giulio Pizzuti:

Come ogni nuova attività imprenditoriale, anche la farmacia comunale di Valmontone ha bisogno di tempo per crescere nei guadagni ed attestarsi ai livelli economici attesi. Il trend, in questa prima fase, è comunque positivo visto che la crescita è progressiva e costante e, entro i consueti 12/18 mesi, raggiungerà gli obiettivi che si era prefissata.

Il comune di Valmontone, in quanto ente pubblico legato alle rigidità dei bilanci, ha ovviamente delle difficoltà a gestire fluttuazioni che nel privato sono normali e, per garantire stabilità ai conti, abbiamo deciso di dare in gestione la farmacia, attraverso bando pubblico, ad un privato che ci garantirà un’entrata fissa e sicura tramite un canone annuo.

Va comunque detto che, rispetto all’investimento fatto con l’allestimento dei locali in cui si trova, l’avvio della farmacia ha prodotto per il Comune un vantaggio economico certo, visto che la titolarità della farmacia resta del Comune e per l’avvio abbiamo aumentato di circa 3 volte il capitale iniziale. Senza contare che con la farmacia abbiamo creato occupazione su Valmontone, fornito un servizio importate ai cittadini e dato un contributo all’economia del territorio.

A parte le rosee aspettative, il servizio si dovrà confrontare con il pagamento degli stipendi, la necessità di incassare e, tra qualche tempo, con il versamento del canone di locazione all’Outlet. E tutti sperano, per il bene delle casse pubbliche, che si riesca a riprendere in mano la situazione.

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