Borgia e la “Gigli”: esempio di cosa non fare nella comunicazione pubblica

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La “Gigli” in campagna elettorale… suo malgrado o bontà sua

L’Istituto “Gigli” di Valmontone

Il primo scontro della campagna elettorale si è registrato sul terreno della scuola. A finire “in mezzo”, suo malgrado o bontà sua, è stato l’istituto scolastico “Enzo Gigli”. Una vicenda che testimonia più che altro l’impreparazione, dal punto di vista della comunicazione pubblica ed istituzionale, di diversi attori della vicenda. Ma andiamo con ordine.

Si parte da una prima dichiarazione del coordinatore di “Valmontone Bella”, Tonino Borgia. Durante la presentazione della candidata Maria Grazia Angelucci, Borgia ha affermato che “nel progetto scuola” c’è l’obiettivo “di rivalutare e qualificare l’istituto tecnico ‘Gigli’ perché non vogliamo che si continui a considerare l’Istituto una scuola di serie B”. La dichiarazione, secondo gli addetti ai lavori, seppur generica aveva il senso di affermare la necessità di migliorare l’edificio. Ma quale che sia il senso poco cambia e tra qualche riga spieghiamo perchè.

Procedendo sui fatti, la genericità e l’imprecisione della dichiarazione ha permesso al Sindaco Latini di cogliere al balzo l’occasione alla sua prima uscita pubblica. Latini domenica scorsa ha fatto riferimento alla vicenda affermando che la scuola di Valmontone è in buona salute e che semmai l’Istituto avrebbe bisogno di maggiori spazi.

Idem Bellotti, che a mezzo Facebook ha ripreso il tema per far sapere anche lui che all’istituto ci tiene.

I comunicati che portano i fatti agli onori della cronaca

Il giorno dopo, il 7 maggio, per la prima volta la questione balza agli onori della cronaca. E a portarcela non è Borgia né Latini né qualche professionista della comunicazione. È invece l’Istituto stesso a mandare una nota alla testata di Colleferro “Cronache Cittadine”, firmata dal “personale docente e non, il Collegio docenti, Consiglio d’istituto e le Rappresentanze sindacali (Rsu)”. Una nota in cui l’Istituto critica la dichiarazione di Borgia e difende il suo piano della didattica.

Il 9 maggio arriva infine un comunicato non di Borgia bensì addirittura di Maria Grazia Angelucci, candidato sindaco di “SiAmo Valmontone”. Una nota in cui la Angelucci ha fatto sapere di essere “sinceramente rammaricata dell’equivoco che si è creato su un passaggio dell’intervento dell’amico Antonio Borgia”. “La scuola Enzo Gigli – ha affermato la Angelucci tra le altre cose – è per Valmontone una risorsa importante così come tutti i plessi scolastici presenti nel nostro Comune e animata da questa convinzione ribadisco che è nostra volontà vedere i nostri istituti al massimo dell’efficienza e sempre in linea con i tempi, perché è qui che nascono competenze ed obiettivi”.

Cinque dichiarazioni: tre evidenti errori nella comunicazione pubblica

Se gli attori in campo fossero giudicati da un esperto di comunicazione pubblica, tre su quattro sarebbero bocciati. Manca infatti l’ABC. A partire da Borgia, proseguendo per l’Istituto “Gigli” per arrivare alla nota della Angelucci. Francamente non si tratta nemmeno di ciò che si è detto, quanto di come e di chi lo ha detto. Perchè? Ve lo spieghiamo nelle righe che seguono.

Iniziamo da un appunto: la dichiarazione di Borgia non sarebbe nemmeno passata alla cronaca se non fosse stato per la replica. Il coordinatore di “Valmontone Bella”, per quanto abbia un ruolo politico, non sembra un personaggio che fa notizia. Forse per questo la sua dichiarazione non è stata nemmeno presa in considerazione dai media presenti alla presentazione. A ben vedere nemmeno la risposta, soft, di Latini è passata alla storia delle cronache, dunque ben pochi sapevano di quanto affermato sulla “Gigli”. Stesso discorso per Bellotti.

Ad inserire l’argomento nell’agenda dei temi pubblici e sul web è stato invece proprio l’Istituto che si è preso la briga di rispondere ad un cittadino, né candidato né citato da alcun giornale o sito specializzato d’informazione. Così se prima avevamo altro a cui pensare, tipo le liste elettorali, ora l’argomento rilanciato dallo stesso Istituto (smentendolo) è che la “Gigli” è considerata da qualcuno una scuola di “Serie B”.

Basta così? Magari. A dare ancora più risalto alla questione è stata la nota di Maria Grazia Angelucci. Il candidato è sceso nella “bolgia” con un comunicato per correggere l’affermazione di Borgia e scusarsi per un equivoco che sarebbe stato opportuno far precisare allo stesso Borgia.

Qual è il risultato di tutto ciò? Prima, cercando “Istituto Gigli Valmontone”, su Google veniva fuori solo il sito della scuola. Ora grazie alla nota dell’Istituto siamo costretti a parlarne ed esce fuori anche che qualcuno considera la scuola di “serie B”. Qualcuno tanto importante che ha meritato anche la replica dell’Istituto e le scuse del candidato sindaco. Se non sono ingenuità queste, si direbbero strumentalizzazioni o orrori comunicativi… pardon, errori.



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