“Il Giudice di Pace deve restare a Segni”: fronte comune dei sindaci

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I comuni di Colleferro, Segni, Carpineto Romano e Montelanico danno la squilla: “Ci opporremo in tutti i modi alla chiusura dell’ufficio”

segni centro storico
Il centro di Segni

La richiesta di chiudere l’ufficio del Giudice di Pace di Segni non piace a nessun comune. Gli enti locali stanno facendo fronte comune per salvaguardare il servizio. Non c’è destra o sinistra che tenga e tutti sono insieme per tenere l’ufficio giudiziario dove è stato negli ultimi 150 anni. Cioè a Segni.

“La penso come il sindaco di Segni” ha fatto sapere sul Messaggero di oggi Pierluigi Sanna, sindaco di Colleferro e vice presidente della Città Metropolitana di Roma. E il sindaco di Segni, Piero Cascioli, aveva detto che “non c’è alcuna volontà di far chiudere l’ufficio”, perché “sarebbe un danno per la popolazione e per gli avvocati”.

L’ispezione citata nella lettera del presidente del Tribunale di Velletri “è avvenuta in un momento di difficoltà che ormai è passato” tiene a precisare Sanna. E anche Stefano Cacciotti (FdI), sindaco di Carpineto Romano e consigliere della Città Metropolitana, promette battaglia.

“Ci opporremo in tutti modi – ha detto il primo cittadino carpinetano -, perché politiche del genere danneggiano territori depressi come il nostro. Se chiudono l’ufficio di Segni – ha spiegato – i nostri residenti impiegherebbero almeno un’ora per arrivare nelle altre sedi”.

La questione riguarda proprio al salvaguardia di un territorio che subisce lo spopolamento. Il Giudice di Pace di Segni serve infatti Carpineto Romano, Gorga, Gavignano, Montelanico e Segni oltre a Colleferro, Artena e Valmontone. In totale quasi 70 mila abitanti. Questo significa che per le materie di competenza, se l’ufficio venisse chiuso, si dovrebbe andare ad Albano Laziale. Da Carpineto e Montelanico vorrebbe dire farsi più di un’ora di macchina.

“Si parla di giustizia di prossimità, è stata ampliata la competenza del Giudice di Pace per deflazionare i Tribunali e ora si vuole chiudere una sede che copre un ambito territoriale importante, a sessanta chilometri dall’eventuale sede alternativa” ha messo in evidenza Fabrizio Di Paola, avvocato e assessore a Montelanico. “Tribunale, comuni e ordine degli avvocati devono fare di tutto per mantenere il servizio” ha aggiunto Di Paola, che è anche commissario della XVIII Comunità Montana dei Monti Lepini.

La chiusura dell’ufficio, chiesta qualche giorno fa alla Corte d’Appello e al Ministero a seguito di un’ispezione, sarebbe un danno anche per gli avvocati della zona. Ecco perché gli stessi avvocati si starebbero organizzando per scongiurare la chiusura dell’ufficio di Segni.

La presa di posizione ufficiale del Sindaco di Segni

Corre l’obbligo di rispondere e fornire qualche chiarimento ai commenti apparsi sui social relativi all’ufficio del giudice di pace di Segni. Siamo ormai in campagna elettorale ed iniziano inevitabilmente le strumentalizzazioni politiche che lanciano fango su chi invece ha lavorato costantemente perché quell’ufficio restasse in vita.

Intanto è bene subito chiarire che l’ufficio del giudice di pace di Segni non è stato chiuso e ad oggi lavora con efficienza ed è apprezzabile soprattutto per l’ordine e la cura con cui viene tenuto. La permanenza di detto ufficio a Segni è diventato quasi un fatto personale per lo scrivente.

Nei mesi che hanno preceduto l’ ispezione ministeriale, erano sopravvenute vicende imprevedibili del tutto estranee alla volontà degli amministratori comunali, che avevano evidentemente creato qualche criticità. Dapprima il decesso di un nostro caro dipendente che era distaccato presso quell’ufficio e successivamente il trasferimento in altra sede, a seguito di procedura concorsuale, del funzionario addetto alla Cancelleria.

A fronte di questa situazione il Comune di Segni, avendo proceduto a nuove assunzioni, ha assegnato due unità all’ufficio giudiziario insieme ad un’altra unità distaccata dal Comune di Colleferro, che hanno dovuto effettuare un percorso formativo per poter svolgere compiutamente le funzioni dell’ufficio.

Probabilmente le criticità rilevate in quel determinato lasso di tempo dagli ispettori ministeriali erano la conseguenza delle vicende sopra evidenziate; criticità, comunque, superate una volta stabilizzata l’organizzazione con le nuove unità in servizio presso l’ufficio, tanto è che ad oggi è assicurata l’apertura tutti i giorni della settimana con la presenza costante di personale amministrativo.

Ora, dire che il Comune di Segni ed in particolare il Sindaco, si sia disinteressato dell’ufficio è davvero paradossale. Ci siamo incontrati più volte con il Presidente del Tribunale di Velletri Dr. Mauro Lambertucci e solo nell’ultima convocazione dell’attuale Presidente f.f. Dr. Marcello Buscema, lo scrivente non ha potuto onorare l’appuntamento per causa di forza maggiore personale, prontamente comunicata per le vie brevi e con cortese nota scritta con cui si chiedeva un nuovo appuntamento al quale non è stato dato alcun riscontro.

L’ufficio giudiziario di Segni esiste da più di 150 anni, parliamo della ex pretura mandamentale e annesso carcere nei cui seminterrati sono conservate le carte dei processi penali e civili che partono dal 1874 e che rappresentano uno spaccato di storia del nostro territorio e credo pochi, come il sottoscritto, hanno lottato per difendere la permanenza di questo ufficio a Segni.

Lo definirei l’ultimo baluardo degli antichi fasti: se n’è andata dapprima la secolare sede vescovile, poi gli Uffici Finanziari, da ultimo gran parte delle scuole superiori; l’ufficio del giudice di pace ex pretura mandamentale doveva e deve restare a Segni, questa è stata per me la parola d’ordine durante il quinquennio di mandato. Voglio ricordare che qualche anno fa abbiamo intitolato la sala udienze al compianto avvocato Elvio Albanese, e non certo per veder chiudere l’ufficio!

La mattina, prima di recarmi al Comune, percorro quasi sempre Via della Pretura, toponimo che richiama appunto la presenza dell’ufficio giudiziario, ed entrando nell’antico Palazzo che lo ospita, respiro il sapore antico che promana da quelle mura. Quando ho tempo mi reco negli scantinati dove è conservato l’archivio giudiziario mandamentale, con tanti vecchi fascicoli che conservano storie di genti lontane: piccoli e grandi contenziosi, litigi, sconfinamenti, pascoli abusivi, furti di bestiame, e tante altre vicende che sono ora storia. Ecco, l’ufficio del Giudice di Pace di Segni è anche tutto questo ed i commenti ingrati e gratuiti di questi giorni lasciano solo una profondissima amarezza.

Il Sindaco Piero Cascioli
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