Velletri, al “Mancinelli-Falconi” partito lo “sciopero ad oltranza” degli studenti

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Dennis Panarese, rappresentante degli studenti dell’Istituto Viale Salvo D’Acquisto 69, ex “Mancinelli-Falconi” di Velletri: “Vogliamo avvalerci del nostro diritto all’istruzione senza rischiare di essere contagiati o contagiare i nostri cari che ci aspettano a casa”

In diverse parti d’Italia gli studenti protestano per avere una scuola più sicura. L’hanno fatto a Viterbo, chiedendo una scuola sicura in presenza. Lo hanno fatto a Bologna, contestando la didattica a distanza e chiedendo il rientro in presenza previo potenziamento dei trasporti e del tracciamento. Iniziative studentesche sono state segnalate anche nei Castelli. A Velletri ieri sono arrivati gli striscioni degli studenti che chiedono “il proseguimento della didattica a distanza fino ad una situazione più agevole”. A dirlo è Dennis Panarese, rappresentante degli studenti dell’Istituto Viale Salvo D’Acquisto 69, ex Mancinelli-Falconi.

Nei Castelli si è parlato di possibili manifestazioni studentesche contro la riapertura in presenza. Che ne pensano gli studenti del “Mancinelli-Falconi”?
“In qualità di rappresentante d’istituto posso assicurare che, dopo un sondaggio, il 95% dei nostri studenti è a favore dello sciopero che è iniziato oggi stesso [ieri ndr]. Molti professori del nostro istituto ci supportano e sostengono, stiamo facendo fronte comune per le nostre necessità e la tutela della nostra salute”.

In cosa consiste questo “sciopero”?
“La prima fase di questo sciopero si è svolta oggi [ieri ndr] con l’affissione dei manifesti e proseguirà ad oltranza in maniera diplomatica e pacifica fin quando non otterremo qualcosa”.

Quali sono le rivendicazioni che avanzate?
“La possibilità di avvalerci del nostro diritto all’istruzione senza rischiare di essere contagiati o contagiare i nostri cari che ci aspettano a casa”.

Quindi chiedete che continui la didattica a distanza?
“La curva dei contagi è troppo alta per permettere un rientro che garantisca davvero l’incolumità degli studenti, quindi sì: fino ad una situazione più agevole chiediamo il proseguimento della didattica a distanza”.

Da ragazzi e ragazze, oltre che da studenti e studentesse, come state vivendo questo periodo di pandemia?
“Periodo molto stressante e limitante, ha provocato molti cambiamenti improvvisi nelle nostre vite. Ma facciamo il possibile per uscirne al più presto”.

Tornando al tema dello “sciopero”, è nato un coordinamento tra gli istituti superiori dei Castelli romani e di Velletri?
“Sì, ci lega una strettissima e solidissima rete di comunicazione che è la vera forza di questo sciopero. L’unione fa la forza”.

Miriana Orzilli, rappresentante degli studenti del “Cannizzaro” di Colleferro ritiene che la didattica in presenza sarebbe fondamentale almeno per i ragazzi del quinto che devono affrontare l’esame di maturità. Condividete questo punto di vista?
“In caso ci fosse un abbassamento dei contagi, se ci fosse la necessità di fare una scelta su chi mandare in presenza sono d’accordo con la mia collega: converrebbe dare la priorità ai quinti ma fino ad un miglioramento delle condizioni, io, escluderei il tutto”.

Secondo uno studio di Save the Children il 28% degli studenti dichiara che almeno un loro compagno di classe dal lockdown di questa primavera ad oggi avrebbe smesso di frequentare le lezioni (tra questi, un quarto ritiene che siano addirittura più di 3 i ragazzi che non partecipano più alle lezioni). È una statistica che riscontrate nell’istituto e che vi impensierisce?
“No, nel nostro istituto non ci sono stati casi di abbandono scolastico, quindi non ho avuto modo di approcciarmi al fenomeno in modo diretto. Però per linee generali posso dire da studente, rappresentante e futuro cittadino che la scuola è fondamentale e tutti questi casi di abbandono potrebbero essere un problema per la società in futuro”.

In ultimo: vi preoccupa di più la presenza in aula o il viaggio sui mezzi pubblici per raggiungere la scuola?
“È ovvio che i nostri istituti si stiano adoperando per permetterci un rientro più sicuro possibile ma sarebbe utopico pensare ad una tutela totale nei locali scolastici, in più i mezzi sono la principale causa di assembramenti, quindi entrambi danno modo di preoccuparci”.

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