L’odissea delle liste d’attesa: per un’ecografia c’è posto a Formia

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Da Velletri a Colleferro, da Palestrina a Roma passando per Valmontone le strutture pubbliche o convenzionate non hanno posto, per rimanere in zona bisogna rivolgersi ai privati

Liste d’attesa bloccate dai Castelli alla Valle del Sacco per prenotare un’ecografia in sessanta giorni. Nelle strutture pubbliche e convenzionate dei Castelli, dei Monti Prenestini e della Valle del Sacco non c’è posto. Niente a Velletri, Colleferro, Valmontone, Frascati, Marino, Palestrina, Tivoli e in nessun altra struttura delle Asl Roma 5 e Roma 6.

Chi vuole fare l’esame entro sessanta giorni, rimanendo in zona, deve andare dai privati. L’alternativa proposta dal Cup regionale a un utente che ha cercato di prenotare sabato scorso? Formia, al confine con la Campania. A riportarlo è il Messaggero in edicola oggi che dà conto dell’odissea di chi deve fare un’ecografia toracica come prescritto dal medico.

Il problema riguarda le prescrizioni in “classe D”. Si tratta cioè di esami diagnostici da fare entro 60 giorni per verificare diagnosi di una certa gravità, sebbene meno gravi di quelle in “classe U” e “classe B”. “In base alla diagnosi da verificare – spiega un medico – cambia l’urgenza. Ad esempio per una possibile colica renale o una sintomatologia simile compatibile con un tumore renale, si assegna la lettera D”.

Il giornale nell’edizione Metropolitana dà anche conto della posizione delle Asl. La Roma 5, diretta da Giulio Santonocito, discute oggi con i sindacati un piano per accorciare le liste d’attesa. La Roma 6 diretta da Narciso Mostarda sta “lavorando ad un piano operativo per incrementare alcune prestazioni come tac, ecografie e colonscopie”.

La Asl dei Castelli in un report fa sapere che “le prestazioni in classe U e B sono evase al 100 percento nei tempi previsti e le visite specialistiche in classe D sono evase in percentuale maggiore rispetto alla media regionale, nei tempi previsti”. Ma i dati non convincono il sindacato nazionale autonomo dei medici italiani.

“Quando il posto nel pubblico non c’è – afferma il segretario provinciale Snami, Giuseppe Lanna – l’appuntamento non viene fissato e ciò non risulta da nessuna parte. Secondo me questa è la dimostrazione che i dati sulle liste d’attesa non sono attendibili e che il sistema delle lettere è una presa in giro per i pazienti. Andrebbe rivisto tutto il sistema”.

Ma come è possibile che non si possa avere un appuntamento per un’ecografia in sessanta giorni senza andare da un privato? “È anche un problema di budget: il numero delle prestazioni erogate dalle strutture convenzionate dipende dai fondi assegnati dalla Regione” spiega un dirigente della sanità privata.

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