Lazio zona rossa: cosa si sa e cosa manca per l’ufficialità

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La zona rossa del Lazio potrebbe partire da lunedì 15 marzo ma manca ancora la pubblicazione del nuovo decreto legge che dovrebbe arrivare prossimamente

Da tutto il giorno si legge che il Lazio dovrebbe diventare zona rossa da lunedì 15 marzo. A differenza di un anno fa non è un Dpcm a deciderlo ma sarebbe un decreto legge. A riferirlo è l’ANSA. L’agenzia scrive anche che il decreto sarà vigente da subito e durerà fino al 6 aprile prossimo. Ma chi dovrà dichiarare il Lazio zona rossa e perché?

L’imposizione delle restrizioni (qui una spiegazione della bozza di decreto) sarà automatica al verificarsi di diversi fattori. Uno di questi è l’indice RT (ne abbiamo parlato qui l’anno scorso); un altro è il numero di contagiati per 100 mila abitanti. Affinché si vada in zona rossa, l’indice di trasmissibilità (RT) deve essere superiore a 1,25 nell’ultima rilevazione (oggi nel Lazio l’indice è pari a 1,3) e il numero di casi positivi rilevati nella settimana deve essere superiore a 250 casi per 100 mila abitanti. In questo secondo caso si parla dunque dello 0,0025% della popolazione. Per capirci, il limite è di: 25 casi ogni 10 mila abitanti.

Da quello che riferiscono le fonti di stampa (ad esempio ilmessaggero.it), la zona rossa che inizierà lunedì sarà più dura di quella imposta a Colleferro e Carpineto Romano nelle settimane scorse. Stavolta potrebbero essere chiusi anche barbieri, parrucchieri, centri estetici e non solo. Aperti soltanto i negozi essenziali. Per ristoranti e pizzerie (e tutti i servizi della ristorazione dotati di cucina) potrebbe essere invece consentito l’asporto su prenotazione fino alle 22 (per i bar fino alle 18).

Anche le scuole dovrebbero essere tutte in didattica a distanza. Non si potrà uscire dal territorio comunale, il coprifuoco è confermato dalle 22 alle 5 e si potrà uscire solo per salute, necessità e lavoro. Ma per sapere tutto ciò con certezza bisogna attendere la pubblicazione del decreto legge in Gazzetta e l’ordinanza del Ministero della Salute. Va infine ricordato che anche le Regioni potrebbero istituire zone rosse su base provinciale o comunale.

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