Termovalorizzatori: lavoratori in ferie forzate. La Cgil torna all’attacco di Zingaretti

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I lavoratori dei termovalorizzatori di Colleferro messi in ferie forzate, delegato sindacale compreso

La manifestazione di inizio mese davanti alla sede di Lazio Ambiente
La manifestazione di inizio mese davanti alla sede di Lazio Ambiente

È ancora Lazio Ambiente protagonista della polemica tra sindacati e Giunta regionale dopo che i lavoratori dei termovalorizzatori sono stati messi in ferie forzate. La Cgil FP, dopo gli incontri delle ultime due settimane, è infatti tornata ad attaccare la Giunta per aver “disatteso di nuovo agli impegni assunti”. Impegni che riguardano principalmente la revoca del procedimento di licenziamento dei due lavoratori del cantiere di Subiaco.

Di seguito riportiamo il comunicato della Cgil FP:

Due giorni fa, nel corso di una riunione tenutasi alla presenza dell’Assessore Buschini, venivano ribadite le garanzie occupazionali per i lavoratori della Lazio Ambiente, con l’impegno di riconvocare fra oggi e lunedì un ulteriore tavolo per definire la revoca dei licenziamenti, intimati nel cambio di appalto del Comune di Subiaco, e per affrontare le misure di sostegno al reddito necessarie per gli impianti di termovalorizzazione di Colleferro, in vista degli interventi straordinari di revamping.
Nessuna convocazione e nel frattempo l’azienda provvede a collocare in ferie forzate i lavoratori dei termovalorizzatori, compreso il delegato sindacale.
Viene da domandarsi se l’interpretazione del ruolo politico-sociale da parte della Regione Lazio, padrone della Lazio Ambiente, che si propaganda debba essere il tratto “distintivo” dell’azione degli uomini della Giunta Zingaretti, sia solo un tratto di facciata costruito su “chiacchiere” priva di effetti concreti.
Effetti che dovrebbero disegnare una strategia del ciclo dei rifiuti nella Regione, invece di cancellare l’unico soggetto pubblico largo del settore, e coordinare l’azione di tutti i soggetti pubblici che vi operano cancellando i particolarismi e i protagonismi locali che hanno sepolto le precedenti esperienze sotto il peso di incapacità industriale e politiche clientelari.
Effetti che dovrebbero dare certezze occupazionali ai lavoratori del settore in un quadro di stabilità, in un settore che proprio nell’instabilità nasconde i peggiori interessi, ecomafie comprese, e non rinunciare al presidio coordinato del territorio.
Presidio del territorio senza il quale si perdono occasioni di sviluppo, di occupazione, di risparmio per la collettività e i cittadini, e risorse già stanziate che torneranno inesorabilmente alla UE dimostrando per l’ennesima volta l’incapacità e l’insipienza della classe dirigente del territorio.
Attendiamo sereni il termine della procedura di raffreddamento prevista dalla legge e presto i lavoratori della Lazio Ambiente, il sindacato e se servirà l’intero comparto dell’igiene ambientale del territorio, cominceranno a mobilitarsi con l’obiettivo di svegliare dal torpore le responsabilità attualmente latitanti e rivendicare un futuro di occupazione, di sviluppo, di legalità e di qualità ambientale che la Regione amministrata da Zingaretti sembra riluttante a perseguire.

Nelle settimane scorse la Cgil aveva già espresso la sua posizione nei confronti della Giunta regionale e i dipendenti dei termovalorizzatori avevano messo in chiaro quali erano i problemi di quel comparto di Lazio Ambiente.

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