Un milione subito e venti dopo, parte il rally delle Comunità energetiche

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Da oggi Comuni e privati del Lazio possono chiedere i soldi per gli studi di fattibilità delle Comunità energetiche

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Sulle dichiarazioni di vicinanza ai cittadini colpiti dai rincari in bolletta sta arrivando una rasoiata. Si tratta del bando della Regione Lazio che finanzia gli studi di fattibilità tecnico-economica delle Comunità Energetiche. Cioè di enti che permettono di produrre energia a livello comunitario prioritariamente per l’autoconsumo e, secondariamente, per rivenderla e ridividere gli utili tra gli aderenti.

Da oggi è possibile presentare richieste di finanziamento e l’avviso in questione agirà come una sorta di “rasoio di Ockham”. Taglierà via dalla retorica politica tutte le dichiarazioni superflue e pompose. Farà emergere i fatti di quelle amministrazioni che otterranno i finanziamenti e attiveranno i progetti per condividere l’energia con prodotta tra i cittadini.

Il bando che si apre oggi finanzierà dai seimila ai tredicimila euro a studio. Ed è il primo passo per giungere alla costituzione e alla costruzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. “Il prossimo passo sarà il bando regionale da 20 milioni complessivi che servirà a finanziare gli impianti delle CER e per accedere al quale sarà necessario allegare anche uno studio di fattibilità tecnico-economica” dicono dall’amministrazione regionale.

Chi può accedere ai fondi e il ruolo che ci si aspetta dai comuni

Chi farà ora uno studio per la costituzione delle Comunità, sarà dunque facilitato tra qualche tempo, quando sarà il momento di concorrere per finanziamenti più sostanziosi. Secondo l’avviso possono accedere ai fondi per realizzare lo studio, le comunità energetiche costituite e da costituirsi tra privati cittadini, imprese, enti territoriali, autorità locali, enti di ricerca e di formazione, enti religiosi e del Terzo Settore.

L’avviso della regione premia con un punteggio più alto quelle comunità energetiche già costituite e formate da consumatori finali numerosi ed eterogenei. Se nella comunità sono inseriti enti pubblici, imprese ed enti del Terzo Settore, la domanda assumerà una maggior rilevanza. Saranno anche valutate con più punti quelle comunità che si dicono in grado di installare impianti con maggior potenza. Quanto alla costituzione della comunità energetica, non è qualcosa di trascendentale: si tratta di un’associazione.

Praticamente tutti dunque possono accedere a questi fondi. È chiaro però che le amministrazioni pubbliche, come i comuni, dovrebbero giocare un ruolo da protagonisti in questa partita. Sia perché sono proprietarie di un maggior numero di edifici su cui installare impianti, sia perché hanno risorse finanziarie più adeguate per coinvolgere i cittadini in progetti più vasti. Presto dunque si vedrà quali amministrazioni prenderanno l’opportuna iniziativa e quali, invece, rimarranno a guardare e ad esprimere una vicinanza di solo principio a chi soffre per il caro bollette.

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