Morì tra Artena e Giulianello, assolto il fratello: fu un inevitabile incidente

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Le motivazioni della sentenza del Tribunale di Velletri parlano chiaro: l’incidente avvenuto nella notte fu inevitabile

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Il Tribunale di Velletri lo ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”. Il giovane di Giulianello era a processo per la morte del fratello, avvenuta nel 2019 tra Artena e la frazione di Cori. Il fattaccio era avvenuto in una notte dell’agosto di quell’anno.

I ragazzi, tre in tutto, stavano tornando a Giulianello dopo una nottata passata al Palio delle Contrade di Artena. Verso le quattro del mattino, la Panda su cui erano a bordo sbandò e si cappottò. Due di loro salvarono. Il terzo, fratello dell’autista, era sul sedile posteriore e fu sbalzato fuori dall’auto.

Il giovane morì prima di arrivare in pronto soccorso. Per la vicenda i giudici di Velletri hanno rinviato a giudizio il giovane di Giulianello, difeso dall’avvocato Massimiliano Pica. Qualche tempo fa i magistrati veliterni lo hanno assolto con formula piena.

Secondo la sentenza, infatti, l’incidente non fu causato dalla velocità dell’automobile o dallo stato psicofisico del conducente. Due consulenti tecnici hanno stabilito che la macchina si ribaltò a causa della rottura della “ciabatta” anteriore destra, cioè il supporto della sospensione.

La rottura del componente meccanico fu una causa indipendente dal comportamento dell’autista. Si sarebbe rotto comunque. Più precisamente, fu la rottura del supporto a obbligare l’autista a sterzare e a indurre il ribaltamento dell’auto.

Secondo i consulenti tecnici l’epilogo non sarebbe cambiato nemmeno se la macchina fosse andata a una velocità inferiore. Ecco perché i giudici hanno ritenuto non colpevole il conducente, accogliendo le richieste di assoluzione avanzate dalla difesa e dalla stessa Procura di Velletri.

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