L’Italia delle armi: come rivedere la puntata di “Protestantesimo” che parla anche di Colleferro

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

Lunedì 23 settembre alle ore 8 su Rai2 è stata trasmessa “Protestantesimo” che ha parlato dell’Italia armata, dell’industria delle armi e della vendita di ordigni in paesi in conflitto.

Nel corso della puntata ci sarà anche un servizio su Colleferro, sulla sua storia legata alla produzione di esplosivi e sull’eredità dell’industria bellica.

In Italia ce n’è solo una: via degli esplosivi. Dove si trova? A Colleferro, città nata ufficialmente il 13 giugno 1935 intorno una fabbrica d’armi, la Bombrini Parodi Delfino, fondata nel 1912. La polvere da sparo di questo stabilimento ha attirato flussi di persone dalle campagne, dai piccoli borghi e da tante regioni d’Italia. Prima la fabbrica, poi la città. Prima la BPD, poi Colleferro. Cresceva la produzione di esplosivi, nascevano quartieri per gli operai e per gli ingegneri. Oltre a essere temporale, quest’ordine di successione ha rappresentato sostanzialmente la comunità, che in quella polvere da sparo, in quel cemento e in quel primo sapone in polvere prodotto nelle fabbriche di Colleferro trovava orgoglio, in alcuni casi riscatto, miglioramento sociale e progresso. La fiera di S.Barbara dove spendere la quattordicesima, le colonie per i bambini, i dopolavoro e gli impianti sportivi. Frammenti di vita che hanno come comun denominatore la BPD ( e poi la SNIA). Così le memorie si intrecciano, le storie di vita si incontrano tra i vicoli di qualche palazzo disegnato dall’ingegnere Riccardo Morandi, ma la fabbrica resta comunque al centro dei racconti, protagonista anche delle pagine drammatiche della comunità, come quella del 29 gennaio del 1938 quando nella BPD morirono sessanta persone a causa di due esplosioni. E poi le occupazioni, la rivendicazioni dei diritti, la salute nei luoghi di lavoro e l’avvelenamento di un intero territorio da parte delle industrie chimiche. Colleferro è anche questo: epicentro di un conflitto ambientale e sociale che lotta per rigenerarsi.

La puntata di Protestantesimo sul business delle armi

L’industria delle armi a Colleferro non è un capitolo chiuso, non è neanche un ricordo delle origini della città, bensì attualità, un presente ben definito e riconoscibile in un’azienda: la Simmel Difesa, l’erede della BPD. Domani Protestantesimo, la rubrica in onda su Rai 2 curata dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, ha parlato anche di Colleferro, dell’industria delle armi, dell’inquinamento e della vendita delle bombe Made in Italy (a questo link si può rivedere la puntata che parla di Colleferro dal minuto 18). “L’Italia – spiega il lancio della puntata di domani – è all’ottavo posto nella classifica dei paesi esportatori di armi, nonostante la Costituzione dichiari solennemente che l’Italia ripudia la guerra, e vieti esplicitamente di vendere armi ai paesi in conflitto“. Oltre a Colleferro la puntata di domani contiene un reportage, girato da Catia Barone e Luca Bemporato, sulla fabbrica di munizioni e testate RWM Italia di Domusnovas-Iglesias in Sardegna, dove vengono prodotti degli ordigni utilizzati da Riad in Yemen.

In studio ci saranno Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia e Maria Elena Lacquaniti della commissione Globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

La nota di Retuvasa contro le fabbriche di armi

In vista della puntata di domani l’associazione ambientalista Retuvasa – impegnata da tempo insieme al gruppo di Emergency locale in iniziative contro l’industria delle armi e per la riconversione della produzione – ha fatto uscire un lungo approfondimento sulla Simmel Difesa, sulle sue produzioni, sul fatturato e sull’esportazione di armi. “La Simmel Difesa SpA – si legge nella nota – nel 2018 riceve autorizzazioni alle esportazioni per circa 23,6mln di euro contro i circa 60mln di euro del 2017 e i circa 45,5 mln di euro del 2016. Facile intuire che è una azienda in decrescita, difficile intuirne il destino visto che in questo ventennio di insediamento dopo l’acquisizione del comparto bellico della ex Snia BPD, ha visto prima la cessione in mani inglesi, Chemring Group PLC, e da qualche anno in mano ai francesi, Nexter, gruppo societario di proprietà dello Stato transalpino. La tipologia di produzione – continua la nota – è cambiata di poco, i francesi l’hanno acquisita con tutta probabilità per il know how, la Simmel Difesa è l’unica in Italia che produce proiettili per i cannoni navali della Oto Melara, calibro 76/62, oltre a classiche produzioni come le bombe da mortaio illuminanti, 81mm, che schiariscono i cieli di guerra, o la testa di guerra del Missile anti-missile Aster frutto di cooperazione internazionale a cui partecipa anche la AVIO Spa, stabilimento di Colleferro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WhatsApp Contatta La Tribuna