Coronavirus e disabilità: la preoccupata attesa delle famiglie

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

A Colleferro nei giorni scorsi sono stati fatti i test ai professori. Gli studenti dovranno attendere altri due giorni. Un padre di famiglia: “Per i ragazzi disabili mi sarei aspettato tempi più brevi”

Disabili o no, non cambia: a Colleferro tutti dovranno attendere il 2 ottobre per fare il test sul coronavirus. Sono diverse decine gli studenti sottoposti a sorveglianza sanitaria e a quarantena preventiva dalla Asl Roma 5 a seguito della positività al sars-cov-2 di uno studente di un istituto superiore di Colleferro. Tra loro ci sono anche diverse persone con disabilità di varia natura e relative particolari problematiche. Anche loro dovranno attendere altri due giorni per il tampone, facendosi forza davanti a una preoccupazione crescente sia per la gestione dei ragazzi sia per le relative problematiche di salute.

“Per i disabili mi sarei aspettato tempi più brevi”

“Mi sarei aspettato che per i ragazzi disabili, che possono avere delle complicazioni nella gestione della quarantena e nella malattia, i tempi fossero più brevi” ha commentato uno dei genitori dei ragazzi posti in quarantena preventiva. La Asl ha dato appuntamento a tutti per venerdì. Nei pressi dell’istituto superiore di Colleferro arriverà una delle tre unità mobili della Asl Roma 5. Tre unità che sono impegnate a coprire un territorio vasto che va da Palombara Sabina a Subiaco a Carpineto Romano.

La nuova procedura: test rapido e tampone

L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha fatto sapere che ieri nel Lazio sono emersi 219 casi positivi su 9 mila tamponi eseguiti. L’amministratore regionale ha valutato positivamente “il via libera dal CTS per i tamponi rapidi nelle scuole”, che “conferma la bontà delle misure già intraprese nella nostra regione”. Il CTS ha però dato il “via libera” ai test in questione solo per le attività di “screening”.

L’impiego dei test rapidi è già entrato in funzione sul territorio. Stamattina sono stati impiegati ad Artena, per gli studenti messi in quarantena qualche giorno fa. La procedura prevede che la persona faccia il test rapido, di cui ha il risultato entro quaranta minuti. Se il test è negativo non c’è altro da fare. Se invece il test è positivo viene effettuato l’esame col tampone.

A Colleferro, i primi a fare i test rapidi sono stati i professori: li hanno fatti lunedì sera. Più lunga è l’attesa per gli studenti, che sono residenti in diversi Comuni della zona. Da quanto si sa, sembrerebbe che il caso positivo sia stato individuato seguendo una catena di contagio extrascolastica ed extrafamigliare. Per sapere se la “catena” si sia estesa a scuola bisognerà attendere l’esito degli esami. La risposta non è scontata ma la preoccupazione delle famiglie dei ragazzi più “deboli” è comunque un fatto da tenere in maggior conto.

I tempi: dalla positività alla quarantena

La positività dello studente della scuola di Colleferro è emersa sabato. Domenica la scuola ha comunicato alle famiglie interessate di far rimanere a casa i ragazzi. Il giorno dopo (lunedì) la Asl ha acquisito gli elenchi dalla scuola e ieri ha notificato ai ragazzi le disposizioni sull’osservanza della quarantena preventiva. Della tempistica di comunicazione ai Comuni di residenza non si ha notizia. In un caso analogo, avvenuto ad Artena il 25 settembre, la comunicazione delle circa venti quarantene preventive al Comune di riferimento sarebbe avvenuta cinque giorni dopo l’emersione della positività.

Il problema delle “unità mobili”

Secondo una dichiarazione del direttore generale della Asl Roma 5, risalente al fine settimana, “al fine di affrontare in modo coordinato ed efficace la situazione è stato realizzato un sistema di stretto collegamento tra le scuole e i servizi aziendali“. Il direttore generale aveva aggiunto che “linee guida prevedono la segnalazione tempestiva e il rapido intervento della ASL per procedere al contact tracing e all’isolamento della classe fino al termine delle procedure di tracciamento dei contatti e non la chiusura dei plessi“.

Come interviene la Asl Roma 5? Con le unità mobili. Fino a qualche giorno fa erano solo due per tutta la Asl Roma 5. Sono state incrementate di un’unità questa settimana e nelle prossime potrebbero essere ulteriormente potenziate per riuscire a “coprire” un territorio di sei distretti.

Metti "Mi piace" per rimanere aggiornato

Non perderti nemmeno una notizia Seguici su Google News

WhatsApp Contatta La Tribuna