“L’altro lato del letto” domani al Bonicelli di Ciampino a sostegno dell’AIPD

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Il ricavato dell’esilarante commedia sarà devoluto all’AIPD per i progetti di autonomia e inclusione delle persone con sindrome di Down

Uno spettacolo esilarante e solidale sarà domani in scena al teatro Bonicelli di Ciampino, in viale Kennedy. Alle 17.30 la compagnia di attori dell’Associazione Ferao porterà in scena “L’altro lato del letto”, di Giovanni L. Badellino. La recita ha finalità di solidarietà, infatti tutto il ricavato verrà interamente devoluto ad AIPD Sezione di ROMA a sostegno dei progetti dei autonomia e inclusione delle persone con sindrome di Down.

Il costo del biglietto è di 10 euro dai 12 anni in su e di 5 euro dai 6 agli 11 anni. A chi acquisterà un biglietto verrà offerto in omaggio un ingresso gratuito al parco divertimenti: OASI PARK di CINECITTÀ (fino ad esaurimento biglietti). Per prenotazioni: 0689016450-51-53 (9.30-15.30)  o mandare una mail a:  info@aipd-roma.it.

Lo spettacolo era già andato in scena a Ciampino, al Bonicelli, il 15 maggio scorso, con successo di pubblico. “L’altro lato del letto” ha affrontato con leggerezza, che non vuol dire superficialità, un tema quale quello della relazione uomo-donna e le varianti spesso imperscrutabili del comportamento sessuale.

Già il titolo chiarisce che occorrerà guardare con sguardo acuto al dipanarsi dello spettacolo. L’altro lato del letto non è da intendersi, come banalmente si potrebbe pensare, il lato dove dovrebbe giacere l’una/o o l’altra/o partner, è anche questo, ma è anche un lato che potrebbe ospitare una o più altre possibilità quante sono quelle offerte dallo spettro delle varianti del comportamento sessuale.

Fatta questa premessa, lo spettacolo racconta che due amici, uno dei due divorziato, invitano a cena per una serata che nella mente dei due dovrebbe giungere al fatale canonico compimento, due amiche in cerca di relazioni. Marco, interpretato da Alessandro Pileggi, che mostra di sé un carattere “machista” “di colui che sa ciò che vuole” e Simone, Giuseppe Ventrice l’interprete, più timido e riservato; i due pregustano nelle scene iniziali quella che avrebbe dovuto essere lo svolgimento della serata con le due donne, rispettivamente Deborah, dalle intenzioni che sembrano più “sanguigne” , interpretata da Sonia Scala e Chiara, la cui parte è affidata a Rita Biagi, che appare più riflessiva con venature di snobismo.

Dopo questa parte iniziale, entra in gioco l’imprevisto che viene a turbare i piani dei due amici e l’ordine delle cose stabilito e qui siamo nella tradizionale commedia degli equivoci che è tanta parte del teatro di ispirazione anglo-americano.

L’anziano padre della ex-moglie di Marco, interpretato da Renato Jemma, che ben tratteggia i caratteri del vecchio arteriosclerotico, e la piccola Gaia, figlia del primo dei due amici, vengono portati dalla ex di lui nella casa che attende l’arrivo delle due donne in cerca di avventure. I due amici che riescono a liberarsi momentaneamente e in qualche modo, del vecchio e della bambina, inattesi “ospiti”, parcheggiati nel terrazzo, continuano i preparativi della cena, dimenticando nel forno il “soufflee” di patate, per loro preparato amorevolmente dal vicino e padrone della casa nella quale si svolge la storia: Lory.

Presumibilmente diminutivo di Lorenzo, interpretato da Pasquale Giordano che firma una regia mai fuori dalle righe, Lory appare il vero “deus ex machina” della rappresentazione teatrale. Lory mostra orgogliosamente la sua natura, che non scade mai, nell’interpretazione di Giordano, nel vieto macchiettismo con il quale vengono rappresentati gli omosex.

Dopo una serie di equivoci e malintesi, ad esempio quello sul vero significato del termine “sgualdrina” destinato dalla piccola Gaia, fuorviata da Simone che le fa intendere che si tratti di un termine positivo, a Lory, la commedia giunge al suo compimento, le invenzioni dei due amici per rabberciare una situazione ampiamente compromessa fin da subito, si rivelano come mal costruite e peggio realizzate, le due donne, persa ogni speranza di redenzione dei due uomini che si mostrano inconcludenti e in definitiva inconsistenti, se ne vanno, abbandonando i due alla loro irresolutezza, almeno così sembra…

Lo spettacolo si chiude con il monologo di Lory che spiega in sostanza che non ci si deve fermare alle apparenze, che le cose a volte non sono come appaiono, ne è testimone un vero “coupe de teatre”, Lory si trova fra le mani una valigia di Marco che al suo interno contiene una parrucca bianca, adombrando il fatto che a volte dietro allo sbandierato “machismo” si nasconde altro e che quindi, sembra questa la conclusione, la natura umana ha varie sfaccettatture e ogni amore ha il diritto e il dovere di essere vissuto.

Lo spettacolo termina, appalusi. Rimane da dire della scenografia, rigorosa, essenziale e assolutamente funzionale, curata da Rita Biagi con la collaborazione di tutta la compagnia, della regia di Pasquale Giordano si è detto, salvo aggiungere che lo spettacolo mostra un ritmo incalzante e coerente nei suoi due atti, e che tutti gli attori, a cominciare dal regista-attore fino agli altri interpreti, offrono una prova equilibrata e all’altezza; luci e suoni sono stati curati da Tommaso ed Erika, esordienti nella parte tecnica, che hanno mostrato impegno e sensibilità.

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