Dai Ragazzi del ’99 a Matteo Demenego: le cerimonie a Velletri e Lariano

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I sindaci di Velletri e Lariano hanno celebrato il 4 novembre. Dall’associazione Polizia di Stato in Congedo un mazzo di fiori sulla tomba di Matteo Demenego

velletri matteo domenego

A Velletri si è tornati a ricordare Matteo Demenego. La memoria, nel giorno del Milite Ignoto, l’hanno ravvivata i rappresentanti dell’associazione nazionale Polizia di Stato in congedo di Velletri e dei Castelli Romani, insieme ai genitori del poliziotto ucciso a Trieste due anni fa. Genitori e poliziotti in congedo hanno deposto un mazzo di fiori sulla tomba del ragazzo morto ad appena 31 anni.

Alla cerimonia hanno partecipato: il commissario capo del commissariato di Velletri Paolo Colasanti e il sovrintendente capo Simone Mastrangeli. L’evento si è tenuto per ricordare il giovane veliterno, al quale è stato intitolato, la scorsa estate, anche un parco pubblico.

Come ad Artena, dove è intervenuto il presidente del Tribunale di Velletri, anche a Velletri e Lariano è stato celebrato il IV Novembre, giorno in cui terminò la Prima Guerra Mondiale.

lariano 4 novembre

A Lariano il sindaco Caliciotti ha reso omaggio ai caduti militari in piazza S. Eurosia. A Velletri, invece, la cerimonia si è tenuta, come sempre, davanti al monumento ai caduti di piazza Garibaldi.

Il ricordo dei Ragazzi del ’99

A Velletri, durante la commemorazione, sono stati ricordati i 600 mila morti italiani della Grande Guerra. Tra quei morti, anche i famosi “Ragazzi del ’99”, i giovani di 18 anni che nel 1917 vennero chiamati alle armi per combattere la “guerra democratica” (così la chiamavano gli interventisti socialisti italiani – Leonida Bissolati vi scrisse un saggio – e francesi) che avrebbe dovuto consegnare alla storia un’Europa fondata sull’autodeterminazione dei popoli.

Quei giovani furono chiamati ad imbracciare le armi l’anno in cui l’Italia subì la disfatta di Caporetto, sull’Isonzo. Vissero il cambio della guardia alla guida dell’Esercito, che passò dal generale Cadorna ad Armando Diaz, il Duca della Vittoria. I diciottenni furono inviati sui principali teatri di guerra. Rinsaldarono la linea sul Piave, scalarono le impervie alture del Monte Grappa, si distinsero lungo i fronti del triveneto e a Vittorio Veneto, quando la disfatta fu trasformata in successo.

“La nostra Repubblica proviene da là – ha commentato il sindaco di Velletri Orlando Pocci –, dal coraggio dei ragazzi del ’99 (1899) che decisero, poco più che bambini, di immolarsi per il loro Paese, lo fecero con orgoglio e contribuirono alla vittoria, semmai una Guerra possa veramente avere un vincitore”.

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