No agli “eroi”, sì al rispetto di diritti e doveri: la ricetta per avere una città più pulita e bella

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

Quando è necessario rimboccarsi le maniche e quando invece il volontariato diventa un “favore” agli inadempienti?

La primavera è arrivata ed erbe e siepi sono in pieno sviluppo. Se non si interviene in modo metodico, ci si troverà presto in una “città rovo”. Ma anche la gestione di queste situazioni dovrebbe essere la normalità, soprattutto se alcuni di questi interventi sono inseriti in contratti con società appaltatrici. In altri casi è invece un dovere del privato cittadino intervenire. Vediamo quali sono i casi.

I servizi contrattualizzati

Ad Artena la pulizia delle strade pubbliche spetta da contratto alla ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti. Come abbiamo scritto quasi un anno fa, alla ditta spetta “il servizio di diserbo stradale, la pulizia di pozzetti e caditoie, la pulizia stradale“, specificando anche che “qualora nelle strade o piazze oggetto di spazzamento meccanizzato e/o manuale non siano presenti i marciapiedi si dovrà effettuare la pulizia a partire dai fabbricati e dai muri di recinzioni eventualmente presenti che prospettano sulla pubblica Via“.

Per questi servizi la ditta è stata fino ad oggi pagata, anche se qualche tempo fa si è avuta notizia della risoluzione del contratto (la nuova ditta pare entrerà a giugno). Dunque si può dire che quelle persone che puliscono le strade autonomamente stanno effettivamente compiendo un servizio per la comunità a fronte di un disservizio di una ditta appaltatrice, pagata dal Comune. Se ci si pensa, a costoro andrebbe riconosciuto un ulteriore sconto sulla Tari.

I doveri dei privati

Cosa diversa per chi ripulisce i muretti e le siepi di proprietà al confine con le strade pubbliche. In questo caso non di servizio alla comunità si può parlare ma di preciso obbligo verso la comunità. Tra l’altro, spesso il taglio delle siepi e la pulizia dei confini vengono impartiti con ordinanza sindacale.

E se ci sono luoghi privati abbandonati ma infestati? In quei casi spetta comunque al proprietario ma l’autorità pubblica può ordinare la messa in sicurezza per ragioni d’igiene, stabilendo le eventuali sanzioni e servendosi della forza pubblica per far rispettare l’ordine. È ad esempio il caso di rovi e immondizie che da proprietà private si aggettano sulla pubblica via, magari ostruendo il traffico, o dai quali provengono ratti, serpi o quant’altro.

La ricetta è semplice (e non esclude la protesta pubblica)

Allora la ricetta per arrivare a vivere in una città più pulita e bella non è complessa. Si può partire proprio dalle cose semplici, cioè dal rispetto dei singoli doveri del privato e del pubblico. E tenendo in giusta considerazione il rispetto dei servizi già contrattualizzati: in quei casi, sostituirsi a chi deve effettivamente farli risolve un problema ma, con l’abitudine, è di fatto un favore duraturo agli inadempienti. In quei casi più che pulire converrebbe protestare per esigere il rispetto degli impegni presi (e pagati).

WhatsApp Contatta La Tribuna