Marwa Al-Sabouni, Casagrande, Los, Pulitzer, Melgar e altri convergono a luglio su Artena

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Marwa Al-Sabouni, Natasha Pulitzer, Sergio Los, Marco Casagrande, Fotios Katsaros, Cesar Melgar, Ghassan Jansiz, Kevin Blythe Sampson e molti altri saranno i docenti della Summer School della Società Internazionale di Biourbanistica

Dalla Siria alla Finlandia, dagli Stati Uniti alla Grecia, persone di fama mondiale si concentreranno nel borgo della provincia di Roma dal 13 al 20 luglio per la quarta edizione della Summer School della Società Internazionale di Biourbanistica. Un evento che porterà artisti, architetti e filosofi a confluire su Artena da tutto il mondo non soltanto per trasmettere la propria esperienza e le proprie conoscenze ma anche per fare loro stessi l’esperienza unica di vivere in un centro storico di epoca seicentesca.

Nel complesso gli studenti che alloggeranno nelle abitazioni del centro storico saranno circa trenta e tra loro ci sarà anche una giornalista americana. La “scuola” organizzata da Stefano Serafini (segretario della Società di Biourbanistica) prevede la presenza continuativa dei docenti e dei discenti, con la partecipazione occasionale o continuativa dei residenti del centro storico in un continuum di insegnamento e apprendimento, anche non-formale, che procederà dalla teoria alla pratica e dalla pratica alla teoria.

Le “punte di diamante” della Summer School 2019

“Punte di diamante” di questa Summer School sono tante. Senza dubbio lo è Marwa Al-Sabouni, architetta siriana autrice del best seller “The Battle for Homerecensito dal Guardian, vincitrice del premio del Fondo per la Cultura e lo Sviluppo del Principe Claus. La donna, insieme a Ghassan Jansiz (anche lui presente alla Summer School), ha vissuto ad Homs, in Siria, durante la guerra ed ha elaborato una visione della ricostruzione della città che collega le esigenze della persona a quelle sociali a quelle abitative. Una visione oggi in contrasto con le idee del governo.

Altre “punte di diamante” della scuola sono Sergio Los (padre dell’architettura bioclimatica italiana) e Natasha Pulitzer, architetti pionieri, a livello internazionali, nel tema della sostenibilità. Non da meno è Marco Casagrande, finlandese con origini italiane (lo era il trisavolo) e docente di architettura all’Università di Bergen. Oppure Fotios Katsaros (professore greco) o il fotografo di Newark (USA) Cesar Melgar. A loro si aggiungeranno Giulio Maldacea, l’artista afro-americano Kevin Blythe Sampson, Paolo Masciocchi, Sara Bissen, Sabrina Fantauzzi, Yeter Tan, Zana Kibar, Melek Aksoy, Anna Carulli e Nando Bertolini.

Dai conflitti sociali, alla bioclimatica, dall’arte del mulattiere alla costruzione di una sauna pubblica

Tra costoro occupa, per esperienza, un posto d’onore anche un artenese: Emilio Bucci. A lui spetterà dirigere un corso su “The Art of Muleteering” (cioè l’arte del mulattiere), competenza tanto “scontata” per i residenti del centro storico quanto incredibile per gran parte del resto del mondo.

Tra le sessioni pratiche ce n’è una di particolare interesse anche per la comunità: la costruzione di una sauna nel centro storico di Artena. La realizzazione del locale ad uso gratuito comune, che sarà poi lasciato alla comunità, sarà diretta dal finlandese Casagrande.

Marwa al-Sabouni (Siria), discuterà il tema del conflitto sociale e della ricostruzione post-bellica. Il padre dell’architettura bioclimatica italiana, Prof. Arch. Sergio Los (IUAV), dirigerà lo studio progettuale per una città “fuori dal mercato”. Della scuola, per confrontarsi con tutti, dovrebbe essere anche il vice presidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli.

L’obiettivo del corso (qui c’è il programma) è la realizzazione di un prototipo di città capace di affrontare la crisi del neoliberalismo e le sue conseguenze antropologiche e ambientali. Nel complesso per quei giorni artisti e conferenzieri da Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Turchia, Italia, Grecia, Slovenia e Romania condivideranno con i cittadini le piazze del borgo di Artena, centro storico non carrabile più grande d’Europa dove trasporti e gestione differenziata dei rifiuti sono svolti a dorso di mulo.

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