Caso Centofanti: dal Tar no alla sospensiva. Udienza il 12 dicembre 2018

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La Sezione Seconda Bis del Tar si è pronunciata ieri sulla fase cautelare

Il Consiglio comunale di Artena

Il ricorso sulla decadenza di Sara Centofanti si discuterà nel merito il 12 dicembre prossimo. A deciderlo, con ordinanza collegiale, è stata la Sezione Seconda Bis del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (sede di Roma). I giudici amministrativi non hanno accolto l’istanza di sospensiva della decadenza del Consigliere ma hanno fissato subito l’udienza di merito ai sensi dell’art. 55 c. 10 del Codice del Processo Amministrativo

“Il tribunale amministrativo regionale, in sede cautelare – afferma l’articolo citato -, se ritiene che le esigenze del ricorrente siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito, fissa con ordinanza collegiale la data della discussione del ricorso nel merito”. Le spese della fase cautelare sono state inoltre compensate “sussistendone giuste ragioni”.

Il ricorso attivato da Sara Centofanti è finalizzato ad ottenere l’annullamento della delibera con cui il Consiglio comunale di Artena ha dichiarato decaduta la Consigliera. Nella stessa seduta il Consiglio aveva deliberato l’entrata in Consiglio di Marco Valeri, primo dei non eletti della lista del Sindaco Angelini. Per sapere come andrà a finire, sarà dunque necessario attendere la fine dell’anno. Intanto è certo che la Centofanti rimane fuori dal Consiglio. Se l’istanza cautelare fosse stata accolta sarebbero da subito cambiato di nuovo gli equilibri politico-amministrativi, anche se in attesa della sentenza.

Sulla vicenda si registra una dichiarazione del Sindaco Angelini: “Non provo particolare piacere – ha dichiarato Angelini – nell’accogliere la decisione del Tar che conferma la correttezza e la buona fede della maggioranza. Sono contento che il Tribunale abbia riconosciuto la correttezza dell’operato del presidente del Consiglio Alfonso De Angelis, che è stato anche oggetto di attacchi personali per far rispettare un regolamento che non è stato approvato né votato da noi ma da altri”.

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