Artena: sul campo delle Macere continua il gioco… al massacro

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Tra repliche e controrepliche aumenta la tensione su un campo sportivo che per la contrada è sempre stato uno dei pochi luoghi di incontro insieme alla parrocchia, al bar, alla fontanella e al muretto

È in corso una lotta educata ma senza esclusione di colpi sul campo sportivo delle Macere. Per certi versi (edilizi) si tratta di un gioco al massacro tra l’associazione Contrada Macere e il Rugby. Il tema è sempre lo stesso: la gestione del campo “Picchi” che per la contrada è sempre stato punto di ritrovo dei ragazzi, insieme alla fontanella, al muretto, al prato della parrocchia e al bar.

La replica di Mattoccia

A dare conto di questa battaglia è romaedintorninotizie.it che in questi giorni ha pubblicato la replica del presidente del Rugby, Corrado Mattoccia, e ieri la controreplica della Contrada. Nei giorni scorsi Mattoccia, tirando anche in ballo chi per ora non può rispondere (Erminio Latini), ha respinto le accuse di spreco dell’acqua per innaffiare il campo (qui l’articolo), rivendicando anche l’opera di promozione di Artena. “Chiedetelo ai commercianti se quel poco che facciamo secondo loro è positivo o negativo per il territorio” ha affermato Mattoccia.

Il presidente del Rugby ha dichiarato di aver “integrato il serbatoio di acqua da 2000 litri, esistente da oltre 10 anni, con un serbatoio di 8000 litri che raccogliesse le acque piovane del piazzale delle ville costruite a confine con il campo”. Mattoccia ha affermato che una ragazza avrebbe distrutto 26 sedie e ha ricordato che quando è arrivato ha “trovato quattro pareti in blocchetti che sarebbero dovute essere i nuovi spogliatoi realizzate senza l’allora concessione edilizia (abusive si direbbe). Fatiscenti e in parte pericolanti e quindi abbiamo provveduto a rimuoverle”.

Le richieste dell’associazione Contrada Macere

La risposta della contrada non si è fatta attendere. Ed è arrivata con una contro-replica (leggila integralmente cliccando qui) in cui si chiede al Rugby: “(…) ci faccia sapere come attraverso un virtuoso impianto idraulico sia riuscito a convogliare l’acqua delle case limitrofe in due botti da 8.000 lt + 2.000 lt e ad annaffiare per un’estate intera un campo sportivo, dato che non ha piovuto per circa tre mesi“. E infine l’affondo sugli atti amministrativi: “(…) le chiediamo se fosse possibile aiutarci nel reperire informazioni sull’autorizzazione e sull’anno della concessione dell’uso del campo così come sulle autorizzazioni e relative date rispetto ai lavori da lei menzionati. Per terminare, una curiosità: le utenze sono a carico della comunità artenese o dell’associazione Rugby Artena?”

La gestione del campo delle Macere sta diventando quindi una questione non solo di contrada e di rapporti di buon vicinato ma anche amministrativa e politica. Non va dimenticato infatti che la vicenda ha provocato una prima presa di posizione in maggioranza in favore della contrada (leggi qui l’articolo). Potrebbe essere l’occasione per andare a fondo nella vicenda e chiarire una volta per tutte la finalità dell’utilizzo del campo sportivo e anche la natura degli atti di concessione. Ma per farlo manca ancora un altro intervento: quello del Comune.

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