Artena, riscrivono al Prefetto. “Non si trova neanche un ragioniere che firmi il bilancio”

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Silvia Carocci (Artena Cambia): “C’è un problema serio di credibilità, il vicesindaco è un assessore esterno che per questo motivo non ha pieni poteri

Ancora una volta i consiglieri comunali di opposizione scrivono al Prefetto di Roma. L’ennesima lettera è partita dai gruppi “Artena Cambia” e “Artena Insieme”. “Abbiamo scritto di nuovo al Prefetto chiedendo un incontro perché l’immobilismo in cui è sprofondata Artena non può durare per sempre – ha dichiarato la capogruppo di “Artena Cambia”, Silvia Carocci – L’amministrazione è azzoppata con esponenti di maggioranza che sono fuoriusciti, la città è guidata da un vicesindaco che è un assessore esterno e che per questo motivo non ha pieni poteri oltre al fatto che nessuno lo ha eletto Sindaco”.

C’è un problema serio di credibilità e si vede dal fatto che non si riesce a trovare neanche un ragioniere che firmi il nostro bilancio. L’avviso pubblico indetto per assumerne uno è andato a vuoto – ha proseguito la Consigliera comunale – Intanto, i problemi di Artena sono irrisolti: il bando per l’affidamento della farmacia comunale è scaduto, l’isola ecologica è ferma, il controllo del territorio e della viabilità sono ormai impossibili visto lo smantellamento dell’ufficio di Polizia locale, lavori pubblici annunciati mille volte che non partono”.

“È giusto che il Prefetto  sia informato di tutto e intervenga perché  in questo momento Artena è in balia di nove consiglieri di maggioranza che continuano ad ignorare una situazione di una gravità tale che non giova a nessuno se non a chi ha incarichi politici da conservare” ha concluso.

È l’ennesima volta che i consiglieri comunali di opposizione scrivono al Prefetto di Roma. Lo hanno fatto numerose volte prima e dopo l’operazione “Feudo”. Fino ad oggi, però, da parte del rappresentante del Governo non si è mai appreso di azioni incisive attuate sul Comune di Artena o nei confronti dell’amministrazione comunale se non quelle risalenti all’epoca della mozione di sfiducia.

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