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Secondo fonti della Food and Drug Administration riportate da Associated Press, la sindrome neurologica si è verificata in un centinaio di casi su 13 milioni di vaccinazioni negli Stati Uniti
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La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti d’America ha avvertito sul possibile collegamento, in rari casi, del vaccino Johnson & Johnson con la sindrome di Guillame-Barré. A riportarlo è la maggiore agenzia di stampa americana: l’Associated Press.
“L’azione arriva – dice l’agenzia di stampa – dopo che la FDA e i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno esaminato i rapporti di circa 100 persone che hanno sviluppato la sindrome dopo aver ricevuto il vaccino monodose. Quasi tutti sono stati ricoverati in ospedale e una persona è morta, ha detto la FDA”
“Il numero di casi segnalati in relazione al vaccino di J&J – prosegue l’agenzia di stampa – rappresenta una piccola frazione dei quasi 13 milioni di americani che hanno ricevuto l’iniezione a una dose. La maggior parte dei casi è stata segnalata negli uomini, molti dai 50 anni in su, e di solito circa due settimane dopo la vaccinazione”. Il personale della FDA ha definito l’effetto collaterale come un “piccolo rischio possibile” per i vaccinati.
La sindrome di Guillame-Barré colpisce le guaine mieliniche che rivestono le fibre nervose e le cause non sono ancora note. I sintomi sono: una sensazione di debolezza che esordisce in genere alle gambe per progredire poi alle braccia; debolezza muscolare a livello facciale e orofaringeo. “Circa il 5-10% – spiega il sito humanitas.it – deve essere intubato a causa dell’insufficienza respiratoria. Il recupero comincia solitamente nel giro di 6-8 settimane ma può durare anche vari mesi e talora permangono degli esiti. Fondamentale per un buon recupero è la precocità dell’intervento terapeutico”.
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