Coronavirus: la situazione dell’11 marzo nel Lazio

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Crescono ancora i positivi nel Lazio e il numero di persone persone in sorveglianza domiciliare nelle Asl della regione

Pochi minuti fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di “pandemia” (significa cioè che l’epidemia ha uno sviluppo a livello mondiale). Una dichiarazione che “non cambierà molto per l’Italia” secondo quanto ha appena dichiarato in conferenza stampa il dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità, prof. Giovanni Rezza. Intanto sia la Protezione civile sia il dipartimento Salute della Regione Lazio ha reso noto i nuovi dati sull’epidemia di coronavirus.

I dati della Regione aggiornati ad oggi

Nel Lazio i casi positivi crescono ancora, così come le persone in sorveglianza domiciliare. Oggi i nuovi casi positivi in tutto il Lazio sono nel totale 34. I nuovi casi positivi tra Roma e provincia sono 23. Alcuni esempi: nella Asl Roma 6 sono emersi 8 nuovi casi di positività, 5 nella Asl Roma 2 e 4 nella Asl Roma 5. Proprio la Asl Roma 5 (Tivoli, Palestrina, Colleferro, Subiaco, Guidonia) fa registrare il maggior numero di persone in sorveglianza domiciliare: 1222. Ecco i dati divulgati oggi:

Asl Roma 1: Nessun nuovo caso positivo. Si segnala il primo caso guarito a domicilio: si tratta di una donna negativizzata che dopo un primo ricovero allo Spallanzani era stata posta in isolamento domiciliare. 362 persone sono in sorveglianza domiciliare, ne sono usciti 63. Da martedì 17 Marzo 8 posti in più di pneumologia

Asl Roma 2: 5 nuovi casi positivi. 998 persone in sorveglianza domiciliare. Saranno attivati in 48 ore 2 posti in più di terapia intensiva e 4 di pneumologia il 18 Marzo

Asl Roma 3: 2 nuovi casi positivi. 152 persone sono in sorveglianza domiciliare

Asl Roma 4: 4 nuovi casi positivi. 62 persone sono uscite dalla sorveglianza domiciliare. 150 persone restano in sorveglianza domiciliare

Asl Roma 5: 4 nuovi casi positivi. 1222 persone in sorveglianza domiciliare

Asl Roma 6: 8 nuovi casi positivi. 780 persone in sorveglianza domiciliare

Asl Rieti: Nessun nuovo caso positivo. 160 persone sono in sorveglianza domiciliare. Il 16 Marzo saranno attivati 11 posti di terapia intensiva

Asl Viterbo: 2 nuovi casi positivi. 167 persone in sorveglianza domiciliare. Il 13 Marzo saranno implementati 4 posti letto di terapia intensiva

Asl Frosinone: 2 nuovi casi positivi. 321 persone in sorveglianza domiciliare. Domani sarà attivata area #covid19 con implemento di 2 posti letto di terapia intensiva

Asl Latina: 7 nuovi casi positivi. Deceduta una donna di 82 anni con grave scompenso cardiaco e insufficienza renale. Si tratta della donna di Formia per cui è stato richiesto esame autoptico. 1200 persone in sorveglianza domiciliare

Dati “Salute Lazio”

Dalle aziende ospedaliere del Lazio arrivano inoltre altre notizie:

Policlinico Tor Vergata: Domani attivazione di 8 nuovi posti letto di terapia intensiva

Policlinico Umberto I: Raddoppio dei posti letto di terapia intensiva da 16 a 32 per utilizzo delle stanze doppie

Ares 118: Dalle ore 08:00 di venerdì mattina raddoppio delle linee del numero verde 800.118.800 e online per le strutture ospedaliere il cruscotto per le terapie intensive

Policlinico Campus Biomedico: Operativo il laboratorio per test #covid19. 81 nuovi tamponi effettuati

Policlinico Gemelli: Da lunedì attivi 21 posti terapia intensiva e 28 posti di malattie infettive #Covid19 2 Hospital

Azienda Ospedaliera San Camillo: Il 13 Marzo apre l’area di attesa #covid19

Azienda Ospedaliera San Giovanni: Attivati 4 posti di terapia intensiva e altri 4 in attivazione

Azienda Ospedaliera Sant’Andrea: Dalle ore 20, 10 posti in più di malattie infettive e preso in carico paziente trasferito da Brescia

Dati “Salute Lazio”

Dati e decessi nel Lazio. I contagi per provincia

A livello regionale (dati Protezione Civile), nel Lazio si contano 125 persone attualmente positive al Covid-19. Di queste: 67 sono ricoverate con sintomi, 18 in terapia intensiva, 40 in isolamento domiciliare. Crescono i dimessi guariti: sono 19. Si registrano 6 persone totali decedute, anche se la causa precisa del decesso va appurata dall’Istituto Superiore di Sanità. I casi totali (compresi i deceduti e le guarigioni) sono 150. I tamponi eseguiti sono 3591. I 150 casi positivi sono così organizzati: 99 a Roma; 8 a Frosinone; 10 a Viterbo; 3 a Rieti; 11 a Latina; 19 Lazio fuori regione.

Quanto ai decessi, oggi si registra la morte di una donna di Formia di 82 anni con grave scompenso cardiaco e insufficienza renale. Quanto invece al decesso registrato ieri di un ottuagenario di Cassino, la Regione fa sapere quanto segue: “Dall’esito del riscontro autoptico effettuato dal servizio di anatomia patologica dell’Istituto Spallanzani sull’uomo deceduto proveniente dalla RSA San Raffaele di Cassino emerge che il quadro clinico era ampiamente compromesso da cardiopatia ipertensiva, insufficienza cardiorespiratoria, ipertensione arteriosa, insufficienza renale cronica, cardiomiopatia ischemica e portatore di endoprotesi aortica per aneurisma aorta addominale. I motivi del decesso sono prevalentemente da attribuire all’infarto del miocardio.

Decessi “con” coronavirus o “da” coronavirus?

Sui decessi dovuti a coronavirus, nella conferenza stampa terminata pochi minuti fa il dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, ha affermato che per ora non ci sono dati certi. Rezza ha risposto a una precisa domanda posta da un giornalista che chiedeva quanti fossero i decessi “con” coronavirus e quanti i decessi “da” coronavirus. “L’ISS sta lavorando sulle conferme – ha dichiarato il prof. Giovanni Rezza – (…) per ora non abbiamo ancora un dato certo su questo perché bisogna acquisire cartelle cliniche dagli ospedali e fare accertamenti clinici”.

Il prof. Rezza ha anche chiarito che non c’è differenza sostanziale tra il virus che si è sviluppato in Cina e quello che si sta sviluppando in Italia. Quanto al tasso di letalità, esso è condizionato dall’età e dai testi che si fanno ecco infatti cosa ha dichiarato: “Possiamo dire che tasso di mortalità in Italia sembra sia più alto che in Cina ma se si stratifica per età scopriamo che non è più alto di quello cinese, forse è un po’ più basso, perché la popolazione anziana ha un’età più alta di quella cinese. Non si può standardizzare a livello internazionale il tasso di letalità perché dipende dai test che si fanno. Se si testano soltanto le persone con sintomi, come stiamo facendo, il tasso si alza. Se al denominatore si mettono tutti gli infetti, il tasso si abbassa”. Il tasso di letalità è infatti dato dal numero dei deceduti diviso il numero dei positivi al test.

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