Contro l’Aids 5 mila preservativi alla Asl Roma 5. Ecco i dati dei contagi nel Lazio

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In occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids, che viene celebrata il 1 dicembre, Anlaids Lazio dona 5000 preservativi alla ASL Roma 5

È oggi la giornata mondiale contro l’Aids. Nell’occasione la Anlaids Lazio ha donato 5 mila preservati alla Asl Roma 5. Un dono simbolico che vuole sensibilizzare le istituzioni pubbliche verso la lotta contro l’Aids.

 “Anlaids Lazio è in prima linea da oltre 30 anni per la lotta all’HIV/AIDS/IST e con questo gesto simbolico – spiega Massimo Ghenzer Presidente di Anlaids Lazio ONLUS –  vuole portare avanti la propria mission per la sensibilizzazione su tematiche così importanti e delicate, troppe volte sottovalutate. Nel mese di luglio abbiamo donato la stessa quantità di preservativi all’INMI Spallanzani e continueremo, nei prossimi mesi,  il nostro percorso di sensibilizzazione coinvolgendo altre Istituzioni sanitarie”.

I dati sui contagi e non sono confortanti – commenta il Direttore generale della ASL Roma 5, Giorgio Giulio Santonocito –. Serve una massiccia opera di sensibilizzazione, informazione e prevenzione. Come Azienda sanitaria abbiamo il dovere di agire in questa direzione e ringrazio Anlaids Lazio per aver scelto noi per la donazione e per aver avviato questa collaborazione. I preservativi ricevuti saranno consegnati ai Consultori aziendali per la distribuzione”.

I dati dei contagi Aids nel Lazio secondo testhiv.it

Secondo i dati divulgati da www.testhiv.it nel Lazio, nel 2019, sono stati registrati 356 casi con un’incidenza di 5,5 casi ogni 100.000 residenti, la più alta in tutta Italia. Di questi, il 52,2% delle infezioni sono riferibili a maschi che fanno sesso con maschi (MSM), il 25,1% a maschi eterosessuali, il 19,3% a femmine eterosessuali e il restante 3,4% al consumo di droghe per via iniettiva.

Solo a Roma e provincia sono stati registrati 260 casi così suddivisi: 53,2% MSM, 23,8% maschi eterosessuali, 19,4% femmine eterosessuali, 3,6% consumo di droghe per via iniettiva. Nel biennio 2018-2019, sono 203  i casi di AIDS che sono stati registrati fra i residenti nel Lazio.

Dati nazionali – Chi scopre di avere l’HIV in Italia

Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2019 erano uomini nell’80% dei casi. La fascia d’età in cui si riscontrano più diagnosi è quella tra i 25 e i 29 anni (10,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e, a ruota, la fascia 30-39 (9,8 nuovi casi ogni 100.000 residenti); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi era 4 volte superiore a quelle delle femmine. 

Nel 2019, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti da preservativo, che costituiscono l’84,5% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 42,3%, maschi che fanno sesso con maschi – MSM 42,2%).

Quest’ultimo dato si discosta dagli anni precedenti in cui erano preponderanti le diagnosi associate a trasmissione eterosessuale. Nel 2019, per la prima volta, la quota di nuove diagnosi HIV attribuibili a MSM è pari a quella riferibile ai rapporti eterosessuali. 

I casi attribuibili a trasmissione eterosessuale sono costituiti per il 59,6% da maschi e per il 40,4% da femmine. Tra i maschi, il 53% delle nuove diagnosi è rappresentato da MSM. Il numero di nuove diagnosi di infezione da HIV in stranieri è in diminuzione dal 2016. 

Si scopre tardi di avere l’HIV

Dal 2017 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (persone in fase clinicamente avanzata, con bassi CD4 o presenza di sintomi). Nel 2019, il 39,7% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato tardivamente con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 58,7% con un numero inferiore a 350 cell/μL. 

Una diagnosi tardiva (CD4 < 350 cell/μL) è stata riportata in 2/3 dei maschi eterosessuali (68,9%) e in più della metà delle femmine (58,3%) con nuova diagnosi HIV. Nel 2019, un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test HIV per sospetta patologia HIV correlata o presenza di sintomi HIV (33,1%)

AIDS, 500 morti all’anno

Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati 71.204 casi di AIDS, di cui 45.861 deceduti entro il 2017. Nel 2019, sono stati diagnosticati 571 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 0,9 nuovi casi per 100.000 residenti. Il numero di decessi in persone con AIDS rimane stabile negli ultimi anni ed è pari a poco più di 500 casi per anno.

Proteggersi e fare il test HIV resta centrale

Ad oggi, non esiste ancora una cura che metta la parola fine all’HIV. Per questo è fondamentale proteggersi con i tanti strumenti che abbiamo a disposizione.

Profilattici o barriere meccaniche
Il profilattico non ha bisogno di presentazioni. Semplice, economico, efficace. Bisogna ricordarsi di indossarlo sempre.

PrEP
Se quando si fa sesso non si usa sempre il preservativo o ci si dimentica di usarlo, vale la pena informarsi sulla PrEP. La Profilassi pre-esposizione consiste in una pillola da assumere quotidianamente o al bisogno in grado di proteggere dal virus HIV. Si compra in farmacia ma è necessaria la prescrizione di un infettivologo.

U=U
La terapia protegge. Essere sieropositivi in terapia efficace blocca la diffusione del virus. Quando si fa sesso con una persona con HIV in terapia efficace non ci sono rischi di trasmissione del virus, anche in caso di rapporto senza condom.

Il test HIV resta centrale

L’unico modo per scoprire di avere l’HIV è fare il test. Sono ancora tantissime, troppe, le persone che fanno il test tardi, all’apparizione dei primi sintomi o di patologie legate all’AIDS. Una diagnosi precoce permette di iniziare subito la terapia e bloccare la trasmissione del virus. Il test HIV è gratuito in Italia. Su www.testhiv.it puoi trovare la struttura più vicina a te dove svolgerlo.

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