Lariano ha celebrato il Giorno della Memoria ricordando Roberta Rina Calò

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Le celebrazioni si sono svolte nel segno di Roberta Rina Calò, bambina morta nel campo di concentramento di Auschwitz

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Le celebrazioni del Giorno della Memoria quest’anno a Lariano si sono svolte nel segno di Roberta Rina Calò, una bambina morta nel campo di concentramento di Auschwitz subito dopo la deportazione, avvenuta nell’ottobre 1943. Aveva solo sette anni e frequentava la seconda elementare nella scuola ebraica “Vittorio Polacco” di Roma.

A Roberta, simbolo della barbara furia nazista, è stato intitolato il parco antistante il palazzo comunale, frequentato da tanti bimbi che utilizzano i giochi e le panchine presenti e che, a differenza della piccola Roberta, possono correre e divertirsi, mentre tutto questo a lei è stato negato. La cerimonia si è svolta a metà mattinata davanti ai rappresentanti dell’Amministrazione comunale, capeggiati dal sindaco Maurizio Caliciotti, accompagnato dagli assessori C. Colasanti, M.G. Gabrielli, C. Crocetta,  F. Ferrante Carrante e dal presidente del Consiglio comunale M. Mattacchioni.

Presenti anche i rappresentanti della Comunità Ebraica di Roma e dell’ Istituto Comprensivo “V. Polacco”, in collaborazione con i quali si è giunti all’individuazione della piccola Roberta. Con loro la novantasettenne signora Eugenia Calò, cugina di Roberta, sua figlia Flora Pace e il giovane Daniel Della Seta, nipote di Flora. Questi ultimi sono gli unici parenti che è stato possibile rintracciare, in quanto l’intera famiglia di Roberta fu sterminata e nessuno di loro ha fatto ritorno da Auschwitz.

L’assessora Colasanti, in qualità di delegata alle pari opportunità, ha ricostruito tutti i passaggi che hanno guidato l’Amministrazione fino ad oggi. Secondo una nota del Comune, “la volontà è stata prioritariamente di scegliere una figura femminile, al fine di superare il gap che contraddistingue le intitolazioni a donne; quindi, su specifica indicazione del sindaco, si è deciso di puntare su una bambina, visto che l’area da intitolare è attrezzata con dei giochi per i più piccoli”.

“A questo punto – prosegue il comunicato -, confidando nella fattiva collaborazione della Comunità Ebraica, è stato individuato il nome di Roberta Calò: negli archivi della sua scuola l’attuale dirigente, prof.ssa Pavoncello, ha scelto proprio lei in quanto era l’unica di soli sette anni, rispetto alle complessive 112 vittime tra gli studenti, ad aver perso la vita nei lager”. La dirigente ha inoltre riportato le testimonianze di due maestre che, alla riapertura delle attività scolastiche nel 1944, segnalavano i tanti vuoti tra i banchi, dovuti ai rastrellamenti operati dai tedeschi l’anno precedente.

La dott.ssa Franzone, responsabile delle attività culturali della Comunità Ebraica, nel suo intervento ha sottolineato il valore della memoria, che “non è semplice ricordo del passato, ma presa di coscienza e piena consapevolezza del significato che quel passato reca con sé”. Il tema è stato messo in risalto anche dal sindaco, che ha sottolineato “l’enormità e l’unicità della Shoah, pur nella consapevolezza che deportazioni e stermini di massa per motivi razziali e religiosi si sono registrati in tutto il mondo, sia negli anni del secondo conflitto mondiale, sia in epoche più vicine a noi”. “Inoltre – ha aggiunto – la corrente subdola dell’odio antisemita non cessa di manifestarsi in vari modi e sotto vari aspetti ancora oggi, come dimostra la recente, vile aggressione subita da un ragazzo di origini ebraiche a Livorno”.

Lo svelamento della targa marmorea dedicata a Roberta Calò è avvenuto per mano della cugina Eugenia, di sua figlia Flora e del giovane Daniel, insieme al sindaco Caliciotti. L’ultimo momento della cerimonia è stato aperto dall’intervento dell’assessora Gabrielli, che ha ribadito i valori del dialogo, della fratellanza e del rispetto, senza i quali si alimenta una cultura della violenza e della sopraffazione, che non dà spazio a chi è diverso e non ne riconosce il valore.

Anche la prof.ssa Maferri, in rappresentanza dell’I.C. di Lariano, ha insistito sul valore e sul monito del Giorno della Memoria, sostenendo che “gli orrori perpetrati dai nazisti non vanno lasciati cadere nell’oblio, ma devono essere conosciuti affinché non abbiano a ripetersi”. Ampio spazio, infine, ai lavori e alle riflessioni dell’unica classe presente, la III C, e alla breve rappresentazione teatrale tratta dallo spettacolo “Sommersi”, del regista Enzo Toto.

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