L’obbligo di green pass dimezza i visitatori del MagicLand. Nel week-end tamponi gratis

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L’ad del MagicLand di Valmontone, Zucchi: “Siamo un parco completamente all’aperto e credo che il green pass obbligatorio sia una misura ingiustificata, specialmente perché ci sono tantissime attività al chiuso che non ne hanno bisogno. Se continua così tanti parchi non vedranno il 2022”

“I risultati del green pass? Molto drammatici: rispetto alle settimane precedenti abbiamo perso il 50% di presenze”. A dirlo è l’amministratore delegato del MagicLand di Valmontone, Guido Zucchi. Il parco a tema di Valmontone è il più grande della regione e accoglie ogni giorno visitatori del Lazio e della Campania. Un’attività che si svolge del tutto all’aperto e per la quale è previsto dal 6 agosto l’obbligo di green pass, che oggi, domani e dopodomani si può ottenere grazie ai tamponi gratuiti messi a disposizione dal parco stesso. Basterà acquistare su magicland.it una qualsiasi tipologia di biglietto e prenotare il tampone direttamente in fase di acquisto. Eccezionalmente il 14 e il 15 agosto, per favorire gli ingressi serali al Parco, i tamponi verranno effettuati anche dalle 17.00 alle 18.30, oltre che nei consueti orari dell’Hub allestito dal parco dalle 09.00 alle 14.00.

Zucchi: “Da un Governo che prende decisioni così drastiche e penalizzanti ci si aspetterebbero dei ristori”

Il nuovo regime di restrizioni non è stato indolore per l’azienda. “Addirittura – racconta l’amministratore del MagisLand – è stato drammatico il primo giorno di introduzione perché con un giorno abbiamo perso l’80% dei visitatori. E tenente conto che nei giorni precedenti già non registravamo un’affluenza come negli anni normali: eravamo già un 20% inferiori al 2019. Ora siamo intorno al 70% in meno rispetto a due anni fa”.

guido zucchi magicland valmontone

“La nostra stagione inizia a Pasqua e finisce il giorno dei morti – prosegue Zucchi – ma quest’anno abbiamo aperto il 19 giugno, perdendo il periodo pasquale. La scorsa stagione abbiamo chiuso con un fatturato del 50% rispetto al 2019 e se continueremo in questo modo il 2021 chiuderemo con un ulteriore 30% in meno”. E ciò malgrado il parco di Valmontone offra ai suoi visitatori dei tamponi rapidi, così da ottenere il green pass. “Da subito ci siamo organizzati – dice il rappresentante del parco – perché molto del nostro pubblico sono ragazzi giovani e abbiamo previsto un servizio di tamponi al costo simbolico di 5 euro l’uno mentre nel week-end di ferragosto saranno gratuiti”.

Cosa pensa dell’obbligo di green pass in un parco all’aperto come il vostro?
“Credo che la misura sia ingiustificata perché siamo un’attività completamente all’aperto, abbiamo chiuso dal 2020 sia le attrazioni al chiuso, sia i nostri teatri che quelle dove era difficile mantenere il distanziamento sociale. Non mi sembra corretto oggi dover richiedere il green pass quando lo stesso non è previsto per tantissime altri attività al chiuso o nelle quali il distanziamento sociale non è possibile. Pensi che in tantissimi ci vengono a visitare in pullman dove non è previsto il green pass e poi vengono da noi e glielo dobbiamo chiedere. Oppure ci sono società dell’alta velocità che hanno eliminato qualsiasi distanziamento sociale nei treni, dove ci si sta tre-quattro ore. Qui siamo all’aperto e dobbiamo chiedere il green pass. Detto questo, siamo disciplinati e rispettiamo le decisioni del Governo ma ci aspetteremmo dei ristori da chi decide delle azioni così drastiche e penalizzanti per una categoria che vive dell’estate, e che nel solo mese di agosto fa il 40% del fatturato”.

Tutto ciò impatta in qualche modo sul piano industriale e sui livelli occupazionali?
“Dal punto di vista dell’occupazione, abbiamo aumentato il personale per svolgere le attività in sicurezza, effettuare tutti i controlli necessari e le sanificazioni, senza vedere nessun ristoro. Capisco che il Governo abbia voluto utilizzare questa categoria per spingere la popolazione giovanile alla vaccinazione però non si può pensare di utilizzarla a spese nostre. Pensi che per aprire un parco come il nostro ci vogliono almeno 2 milioni di euro l’anno di manutenzioni e 1,3 milioni di euro di energia elettrica: pensi che a fronte di tutto ciò abbiamo avuto 120 mila euro di ristori. Addirittura nel Conte 1, quando sono stati previsti finanziamenti agevolati importanti per le aziende, le banche non ci hanno consentito di potervi accedere”.

Se continua così forse conviene che rimanete chiusi…
“Sicuramente, se continua, così tanti parchi non vedranno il 2022, perché queste sono società che spendono tantissimo durante l’anno per ricavare in pochi mesi. Se in quei mesi non possono fatturare, non c’è struttura finanziaria che la possa sostenere”.

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