Coronavirus: in 15 giorni denunce a iosa tra Artena, Valmontone e Colleferro

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

Dall’inizio dell’entrata in vigore del DPCM che limita la libertà di movimento, secondo foti “civili” sarebbero molte decine le denunce elevate dalle forze dell’ordine nei confronti di chi non rispetta l’obbligo di stare a casa se non per lavoro, salute o necessità

Con lo stato d’emergenza periodicamente il Viminale fa sapere quante sono le denunce per inottemperanza al DPCM che impone alla gente di stare a casa se non per fondato motivo. I dati vengono diffusi a livello aggregato. Ad esempio ieri il Ministero dell’Interno ha fatto sapere che le Forze di polizia hanno controllato, in applicazione delle misure di contenimento del contagio, 228.057 persone di cui 8.310 sono state denunciate. Gli esercizi commerciali controllati sono stati 89.845, denunciati 126 esercenti e sospesa l’attività di 13 esercizi commerciali.

I dati complessivi (e “impersonali”) del Ministero dell’Interno

Salgono così a 2.472.925 le persone controllate dall’11 al 24 marzo 2020, 110.626 quelle denunciate ex articolo 650 C. P., 2.541 le denunce ex articolo 495 C. P., 1.151.202 gli esercizi commerciali controllati e 2.506 i titolari denunciati. Dati che, messi così, non sembrano aver alcun interesse per il nostro territorio (e infatti non se ne parla). E invece non è così.

Denunce a iosa tra Artena, Valmontone, Colleferro e zone limitrofe

Secondo fonti “civili” anche tra Artena, Valmontone, Colleferro e zone limitrofe le denunce sono state elevate a iosa. Si parla di oltre cinquanta denunce dall’inizio dell’entrata in vigore del DPCM. A volte sarebbe capitato che le persone controllate dalle forze dell’ordine avrebbero reso giustificazioni poco credibili. Dall’accompagnare qualcuno, al dare un passaggio a qualcun altro, fino al portare qualcosa a casa di un parente o al fermarsi a fare due chiacchiere tornando da lavoro.

Le scuse sono le più improbabili e in questi casi sono scattate le denunce in Procura a seguito del ritiro del modulo di autocertificazione. Chi è stato denunciato potrebbe ricevere tra qualche tempo un decreto penale di condanna con l’invito a pagare l’ammenda prevista dal Codice penale. A meno che non ci si rivolga a un avvocato, pagare quell’ammenda di circa 200 euro vorrà dire diventare pregiudicati.

Il nuovo decreto che prevede le sanzioni amministrative non è ancora entrato in vigore

In queste ore, inoltre, circola la voce per cui alla denuncia sia stata sostituita una in sanzione amministrativa. Attenzione perché non è così. Il decreto di cui si parla in queste ore non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Dunque rimane in vigore il precedente decreto (qui ci sono le risposte alle domande frequenti) che continua ad imporre l’obbligo di non uscire di casa e dal Comune in cui ci si trova se non per i soliti casi: comprovati motivi di lavoro, salute, necessità, assoluta urgenza (questo è il modulo di autocertificazione). Fino a nuovo DPCM le Forze dell’ordine continueranno a denunciare chi si trova fuori casa senza motivo fondato.

Aggiornamento: il Decreto-legge n. 19 del 25 marzo trasforma denunce in sanzioni amministrative

Oggi, 25 marzo 2020, è stato pubblicato il nuoco decreto-legge del Governo. Si tratta del n. 19 che rivede la normativa di emergenza e trasforma la pena applicata a chi non ha rispettato il DPCM 11 marzo 2020. Le ipotesi di reato contestate dall’11 marzo ad oggi (quindi la denuncia alla Procura) sono state trasformate in sanzioni amministrative di 200 euro. Viene meno quindi la sanzione penale. Per chi infrangerà i divieti a partire dal 26 marzo la sanzione pecuniaria amministrativa sarà invece più salata: dai 400 euro ai 3000 per arrivare anche a 4000 in alcuni specifici casi.

WhatsApp Contatta La Tribuna