Chi vince e chi perde

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Il tiro alla fune fra Salvini e Di Maio è veramente scocciante, oltre ad essere offensivo nei confronti degli elettori. L’antico gioco che si svolgeva nelle piazze tanti anni fa in occasione della festa del patrono della città è ormai passato di moda e non fa divertire più nessuno e loro, imperterriti, continuano a giocarlo solo per mantenere in vita lo sconquassato governo e tenere al caldo le loro poltrone. A danno dei connazionali. Intanto tra lo spread, la Borsa e il Pil a -0,2 vengono bruciati oltre 170 miliardi di euro (perfino la Grecia ci sta clamorosamente rimontando), Salvini paga il conto a Di Maio per il suo no all’autorizzazione a procedere per il caso Diciotti: il conto è il NO a Tav e all’Autonomia delle Regioni del M5s.

Insomma, la Lega ha barattato la libertà del suo leader con i progetti fondamentali e fondanti del loro programma elettorale, il primo economico e il secondo politico. I milioni di connazionali che lo hanno votato pagheranno dazio per il salvataggio dal processo del capo Salvini, che rimarrà ancora per molto con una spada di Damocle pendente sulla sua testa. Intanto sta vincendo l’amata “decrescita felice” del M5s.

Prendiamo per esempio il caso TAV: un’opera di dimensioni continentali, spina dorsale economica e politica del Continente appunto, che è stata bloccata per ora e rinviata a causa – così dicono – di discutibili calcoli costi/benefici. Ma non è la sola opera pubblica di grande dimensioni ferma. Ci sono circa 600 cantieri da aprire o da riaprire bloccati. Dopo il famoso “obbligo flessibile” per le vaccinazioni ecco che appare in tutto il suo splendore il “contratto non contratto” per le grandi opere, in realtà un “contratto…virtuale” e ognuno dei due contendenti lo onora secondo le proprie esigenze elettorali.

Ma chi vincerà o chi perderà sugli accordi vicini Cina – Italia? Intanto chi vince e chi ride sono gli stranieri, gli immigrati e i rom che potranno usufruire del 20% del totale stanziato per il reddito di cittadinanza (stime ufficiali), sempreché il decreto venga convertito in legge dello Stato. Con buona pace e sonora sconfitta per gli oltre 5 milioni di italiani che vivono in assoluta povertà. In tutto questo c’è qualcuno che possa vederci della coerenza nella attività di questo governo. Proprio in questo paradosso c’è la forza dei giallo-verdi, c’è il collante fra i 5S e la Lega ed è non nel “fare” ma nel “non fare” qualcosa che possa favorire l’uno o l’altro. E noi italiani presto pagheremo caro, anzi carissimo, il conto a causa di questi governanti. Non ci resta che aspettare sulla sponda del fiume che la corrente (del voto) spazzi via questa accozzaglia di governanti… a responsabilità limitata.

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