Voto, poltrona, birra e popcorn

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Ci siamo. Tra qualche ora la parola andrà al popolo e anche Artena si esprimerà su chi dovrà governarla. In questo mese si sono visti molti abbracci, feste, foto e colpi bassi. Non si sono messi molto in evidenza i programmi. Forse perché le condizioni finanziarie dell’ente locale sono tali che ogni lista sa bene che chi vincerà dovrà lavorare per far pagare quegli artenesi che hanno ingrossato la massa dei crediti del comune, facendolo sprofondare nel predissesto.

È forse per questo che la campagna elettorale è stata una lotta all’ultimo voto, casa per casa, con l’obiettivo primario di consolidare il proprio elettorato. Si è partiti con una squadra data per favorita, ma durante questo mese ci sono stati assestamenti e riposizionamenti, anche dovuti, forse, a qualche scelta discussa nella composizione delle liste.

Alla fine credo che gli artenesi voteranno di pancia e a decidere sarà l’Artena profonda. Non nascondiamoci: il voto nelle città sotto i 15 mila abitanti è una questione di famiglie, di rapporti lavorativi, economici e di relazioni consolidate nel tempo. Anche in queste elezioni si stanno confrontando, su fronti diversi, i principali gruppi imprenditoriali della città e i gruppi famigliari che storicamente decidono il futuro del paese.

Credo che questa volta può fare la differenza il voto d’opinione, che potrebbe spostare dai 400 agli 800 voti. Bisognerà vedere come questi voti si distribuiranno, vista l’offerta variegata di persone e di novità. Come al solito, in campo ci sono idee pregevoli, idealisti, giovani di belle speranze che si sono emancipati dal giogo famigliare, volontari della politica, professionisti della preferenza, beneficiari di pacchetti di voti, pesci fuor d’acqua o scesi dalla Montagna del Sapone.

Inoltre, i risultati elettorali riveleranno qual è la presa delle istituzioni regionali sul territorio. Per la prima volta il presidente della Regione e un Ministro sono intervenuti a sostegno di una lista. Saranno stati in grado di motivare gli artenesi? La risposta che emergerà dalle urne segnerà il futuro del centro destra di Artena.

La battaglia per il Comune quest’anno potrebbe essere decisa con poche centinaia di voti. Gli elettori, scottati e delusi da tre anni di stasi e di questioni giudiziarie, potrebbero decidere di cambiare decisamente pagina oppure scegliere la continuità. Una cosa è certa: è finito un ciclo generazionale. Chiunque vincerà sarà della Generazione X o Y. Il nuovo sindaco porterà con sé un diverso modo di fare politica: o perché lo imparerà strada facendo, o perché l’ha imparato negli ultimi quindici anni.

È presto per dire quali saranno le novità, ma è chiaro che il bagaglio di esperienze sarà diverso. Le nuove generazioni in gioventù si sono formate con il caso nazionale di Mani Pulite, con la divisione tra politica e amministrazione, con la prevalenza della forma e col ruolo presente della magistratura. E forse non è un caso che tre candidati sindaci su quattro lavorano a contatto col mondo del diritto.

Inoltre, non è detto che chi vincerà non dovrà affrontare prima di tutto un confronto generazionale, prima che politico, all’interno della propria lista. Così si vedrà se le squadre saranno state fatte amalgamando gruppi politici o aggregando portatori di voti. Comunque, l’aspirazione degli artenesi è un’altra: sperano in un futuro “normale”, di sviluppo, servizi, lavoro e valorizzazione del territorio. Ma molti hanno il dubbio che, comunque andrà, ad Artena sarà un nuovo cinema. E stanno preparando poltrona, birra e popcorn per “godersi” lo spettacolo.

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