Inciviltà à gogo: non solo plastica bruciata

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In queste nottate estive a molti è capitato di “annusare l’aria” e sentire un odore acre come di plastica bruciata. Le segnalazioni tramite social sono state molte e una, che riporto di seguito, è arrivata anche a noi:

Salve, vorrei segnalare la situazione insostenibile di queste serate estive in cui, mossi da profonda ignoranza e non curanza della salute della popolazione, alcuni rozzi incivili smaltiscono plastica bruciandola sul far della notte. I fumi acri e tossici si diffondono per tutta la contrada del Colubro, proprio quando un po’ di refrigerio potrebbe far comodo. Smaltire rifiuti tramite incenerimento è illegale, e se poi parliamo di materiale plastico, questo genera fumi tossici cancerogeni. Onestamente non comprendo come la comunità riesca ad accettare un tale comportamento e come gli enti preposti non riescano a combattere tale malcostume.

L’individuazione dei responsabili richiede sì un certo impegno (sfruttando i furbetti l’oscurità o le primi luci dell’alba), ma penso che non sia cosa del tutto infattibile. Una ronda della polizia locale o dei carabinieri porterebbe sicuramente a qualche risultato, inibendo la propensione a questa usanza incivile e nociva per la salute. La sensibilizzazione alla problematica tramite articoli di giornale, volantinaggio, sensibilizzazione della comunità potrebbe aiutare ad arginare ed ad instradare il problema verso una soluzione. La raccolta porta a porta rappresenta un utile mezzo che garantisce il minimo sforzo al cittadino. Ciò nonostante qualcuno trova più comodo accendere fuochi e bruciare la plastica. Mi rivolgo a voi in quanto stampa locale, per chiedervi di pubblicare qualcosa in merito, al fine di sensibilizzare coloro che sono atti a tal malcostume.

Lucio

Il signore che ha fatto la segnalazione ha tutte le ragioni e tutti auspichiamo che il problema sia risolto e i responsabili puniti. Ciò ci permette anche di allargare il campo ad altri problemi notturni a cui andrebbe posto rimedio perché permette di aprire, ancora una volta, un tema: quello del rispetto delle regole, del rispetto degli altri e dell’educazione. Perché il problema non è soltanto di controlli ma anche di educazione alla civile convivenza ed è più ampio, cioè non riguarda soltanto i roghi di plastica.

Che dire ad esempio del continuo mancato rispetto alle leggi sull’inquinamento acustico? La legge italiana prevede che oltre una certa ora (le 22 derogabili solo con apposita ordinanza sindacale) si debba far silenzio perché (è stato provato) il rumore oltre una certa soglia crea problemi alla salute. Invece, come per i roghi, la notte spesso in ogni dove si trasforma in una giungla più volte ingiustamente giustificata dalle festività. Così tra campane, botti, musica di ristoranti e di giostre che spesso arriva oltre le 2 di notte, mentre c’è chi si diverte e si compiace c’è chi deve sopportare le angherie malgrado esista una legge precisa.

Basta così? Non mi pare, perché cambiando argomento il risultato non cambia. Cosa dire ad esempio del modo in cui si guida sulle strade, con i sorpassi su via Ariana o anche in curva nella ripidissima via del Santuario? Cosa dire delle zone a traffico limitato spesso non rispettate o delle automobili puntualmente parcheggiate su incroci o sotto divieti di sosta o sul posto dei disabili senza alcuna sanzione? Sarebbe ora di affrontare anche tutto questo, tenendo presente che se ci fosse il buonsenso non sarebbe necessaria nemmeno la legge. E se ci fosse l’educazione e se si desse l’esempio non sarebbe necessario educare gli adulti con le sanzioni. E sanzionare anche chi non sanziona.

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