Il dovere della sanità di ispirare fiducia

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Abbiamo uno dei sistemi sanitari più equi del mondo. Per legge le cure sono assicurate a tutti, sia a chi se le può permettere sia a chi non può. A differenza degli Stati Uniti non è necessario avere un’assicurazione privata per chiamare un’ambulanza senza pagare migliaia di euro. Non si deve aver paura di fare qualche esame per non poter sostenere le spese.

Eppure questa nostra sanità pubblica la disprezziamo molto spesso. Sia quando succedono errori medici e disgrazie, sia quando entriamo in locali sporchi e mal gestiti. Iniziamo ad apprezzarla soltanto quando ci viene meno. Quando magari si è all’estero e si fanno i conti con altre realtà.

Da qualche tempo, forse complici i tagli alla spesa pubblica, sempre più spesso mi capita di sentire questo o quello dire che non si fida ad andare in quel pronto soccorso o in quell’altro. Oppure che in caso di necessità vorrebbe essere ricoverato in quell’ospedale o in quell’altro.

Si tratta di un calo della fiducia della popolazione nel servizio sanitario in generale. La gente vuole infatti scegliere sempre di più dove curarsi (lo racconta un rapporto del Censis) e sempre meno ha una fiducia senza condizioni nel sistema sanitario. Eppure avrebbe il diritto di potersi fidare in modo incondizionato, andando in un qualsiasi ospedale senza remore.

È notizia di tre giorni fa che la Regione Lazio ha approvato una legge che consente di assumere 5 mila unità di personale in 5 anni nella sanità. Speriamo davvero che con questa nuova necessaria politica di assunzione si vadano a garantire e migliorare non soltanto i posti e le condizioni di lavoro ma anche i livelli essenziali di assistenza nelle strutture pubbliche. Perché quando si sta male, non si può stare anche “in pensiero” per dove ci si andrà a curare.

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