1° maggio da Comunisti col Rolex

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Per tutto il giorno i social non hanno fatto altro che condividere le parole di Fedez pronunciate il 1° maggio. In sostanza: priorità al disegno di legge Zan, abbasso la Lega cattiva e un appello per aiutare i lavoratori dello spettacolo come quelli del calcio. E tutti ad applaudire. Salvo il giusto sostegno ai lavoratori dello spettacolo, cosa c’è di Primo Maggio in tutto questo? La risposta è in una canzone di Fedez stesso: “Comunisti col Rolex”

Mentre l’Italia ha perso 900 mila posti di lavoro tra marzo 2020 e dicembre 2020, mentre da gennaio a marzo 2021 altri 254 mila lavoratori sono diventati disoccupati (dati Istat riportati dal Manifesto), davvero mi chiedo se la priorità dei lavoratori possa essere incarnata da Fedez. E se lui non sia invece l’ennesimo sacerdote che somministra oppio ai popoli oppressi. La spiegazione di tutto ciò sta in una canzone di Fedez e Dj-Ax: esistono i comunisti col Rolex. E parlano di cose da Rolex.

Una volta la sinistra rivendicava i diritti sociali e l’uguaglianza sostanziale (ferie, tutele, salario, assistenza sanitaria etc); oggi invoca i diritti civili (borghesi e formali). I dirigenti comunisti avevano un rapporto complicato con la legge, che incarnava l’oppressione borghese e del capitale, di cui avevano sperimentato le galere e le forze dell’ordine; oggi la legge serve loro ad educare la comunità con le sanzioni. Una volta la sinistra aveva la sua base nelle fabbriche, nelle miniere, nei campi, tra i disoccupati e i senza casa; oggi ce l’ha tra i pensionati, gli impiegati, gli studenti, gli imprenditori e i dirigenti. Ieri aveva dalla sua i proletari; oggi i nuovi proletari costituiscono soprattutto la base di Lega e Cinque Stelle (vedi questa statistica pubblicata dal PD).

Un volantino sparso a Napoli il 20 aprile 1890 si rivolse ai lavoratori ricordando loro di festeggiare compatti il 1° maggio. “In quel giorno – diceva il volantino – gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora”.

“Il proletariato d’Europa e d’America – affermò compiaciuto Fiedrich Engels il 1° maggio 1890 (così dice la Cgil di Forlì) – passa in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti”.

Oggi chi sono quei proletari? Sono gli autonomi che entrano nel mondo del lavoro, i giovani professionisti che guadagnano mille euro al mese tasse comprese, coloro che consegnano i pasti in bicicletta, quelli che chiudono il negozio, coloro che non trovano lavoro e che lavorano in nero senza tutele. E per loro c’è Fedez. Chi mai si sarebbe aspettato, 131 anni dopo la prima Festa dei Lavoratori in Italia, di ritrovarsi un capitalista come lui sul pulpito del Primo Maggio?

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