Unicoop Tirreno: ecco perché i lavoratori temono la cessione. Il 26 nuovo sciopero

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Con l’annunciata cessione in prospettiva c’è anche il problema di quale CCNL sarà applicato

Gli otto negozi di Unicoop Tirreno in via di cessione sono oggi in sciopero. I lavoratori hanno deciso di scioperare malgrado l’azienda abbia assicurato che nel mandato di cessione conferito dal CdA c’è la salvaguardia dei livelli occupazionali. Ma l’assicurazione non rassicura i sindacati né i lavoratori che stamattina, con COBAS e USB, sono “scesi in piazza”.

Le due sigle sindacali hanno ampiamente esposto le ragioni che le portano a contrastare la scelta aziendale di chiudere i negozi di Colleferro, Velletri, Pomezia, Aprilia, Fiuggi e Frosinone. Lo hanno fatti chiedendo chiarezza all’azienda e chiedendo anche la convocazione di un confronto tra i sindacati e tutto il mondo Coop presente nel Lazio.

Il problema dei contratti collettivi nazionali

Ma perché una cessione che dovrebbe prevedere il riassorbimento dei lavoratori preoccupa comunque i dipendenti? Il punto non sta solo nel cambio di azienda, e nella relativa incertezza sul futuro, ma anche nel cambio di contratto. “La legge prevede che i dipendenti riassorbiti mantengano la stessa retribuzione per due anni – spiega Luca Paolocci di USB – ma le cose sono più complesse”. C’è infatti il tema di quale Contratto collettivo nazionale sarà applicato dalla nuova azienda.

“Attualmente ai lavoratori Coop si applica il CCNL della distribuzione cooperativa e il contratto integrativo aziendale. Passando in altra azienda – prosegue Paolocci – ai lavoratori verrebbe applicato, nella migliore delle ipotesi, il CCNL Confcommercio. Per questo abbiamo chiesto alla Regione che si faccia garante della stessa attenzione normativa. Cioè che nel corso degli anni a venire i lavoratori mantengano ciò che hanno guadagnato nel tempo”.

Cosa cambia? In prospettiva potrebbero cambiare orari di lavoro, diritti su malattie, permessi, conteggio degli straordinari e ferie. E poi c’è il tema del contratto integrativo aziendale: è stato già annunciato che quello in corso in Unicoop Tirreno dovrebbe essere stralciato per tutti i lavoratori della cooperativa. E i lavoratori vorrebbero capire che fine farà, sia per i dipendenti che verranno riassorbiti una volta ceduti gli otto negozi, sia per quelli che rimarranno in Coop.

Il 25 nuovo incontro in Commissione regionale Lavoro. Il 26 settembre sciopero davanti al MISE

Il calendario delle lotte contro la cessione è abbastanza denso. Da fonti sindacali si apprende che per il prossimo 24 settembre è stata convocata la riunione del Consiglio di Amministrazione di Unicoop Tirreno. Il giorno dopo, il 25 settembre, le parti saranno ascoltate presso la Commissione Lavoro della Regione Lazio. Infine per il 26 settembre i COBAS hanno annunciato un nuovo sciopero che si terrà questa volta davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma.

Il 26 non sciopereranno soltanto i 270 lavoratori inquadrati in Distribuzione Lazio Umbria, controllata da Unicoop Tirreno, ma anche i lavoratori di Cooplat, che rientrano nell’appalto delle pulizie. “Dopo aver svenduto, nel corso degli anni, decine di negozi – afferma in una nota Cobas Lavoro Privato -, oggi Unicoop Tirreno ripropone una ricetta ancora più amara: vendere 8 negozi del Lazio sud, stralciare il contratto integrativo aziendale per tutti i lavoratori del gruppo, stralciare l’accordo di maggio 2017 che gli ha permesso di usufruire degli ammortizzatori sociali, mettere sotto osservazione il rendimento economico dei restanti negozi con la minaccia di ulteriori svendite”. Come finirà, lo si saprà soltanto in futuro.

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