Roma, in dieci anni metà provincia ha perso residenti. Record a Colleferro. Ecco i dati

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Dalla fine del 2009 al dicembre 2019 la popolazione di Roma e provincia è aumentata di quasi 179 mila residenti. Metà dei Comuni ha perso residenti e un’altra metà ne ha guadagnati ma ad essere drammatica è la crisi delle nascite: nel 2019 sono state il 29,8% in meno del 2011

Dieci anni fa nella provincia di Roma nascevano 12 mila bambini in più. Eravamo 178.590 residenti in meno (a certificarlo sono i dati dell’ISTAT, accessibili su demo.istat.it.) ma nascevano più persone di quelle che morivano. Non è questo l’unico cambiamento degli ultimi 10 anni. Tra l’inizio del 2010 e l’inizio di quest’anno, i residenti di tutta la provincia di Roma sono aumentati ma c’è la metà dei Comuni che ha subito uno spopolamento più o meno rilevante. Sui 121 Comuni della provincia, Roma compresa, ci sono 60 Comuni che hanno accresciuto i propri residenti e altri 61 Comuni li hanno visti diminuire.

Negativo è il dato delle nascite: nell’intera Roma e provincia tra il 2011 e il 2019 si sono ridotte del 29,8%. Ma non si tratta soltanto delle nascite che diminuiscono rispetto ai decessi, o di un movimento della popolazione interno alla provincia di Roma. I dati descrivono un saldo delle residenze positivo grazie anche all’arrivo di nuovi residenti da fuori provincia. A ciò si somma però una tendenza che non lascia tranquilli.

Chi sono i Comuni campioni di crescita

Il Comune che è cresciuto più di tutti è Roma: in dieci anni ha aumentato la sua popolazione di 93.536 persone, attestandosi a 2,83 milioni di residenti (dati demo.istat.it). Oltre alla Capitale, i Comuni che sono cresciuti di più sono Fiumicino, Ardea, Guidonia Montecelio, Marino, Fonte Nuova, Pomezia, Anzio, Nettuno, Monterotondo, Fiano Romano, Cerveteri, San Cesareo, Mentana, Frascati, Monte Compatri, Capena, Rocca di Papa, Ladispoli, Riano, Palestrina, Albano Laziale, Formello, Zagarolo, Manziana e Rignano Flaminio. Tutti questi Comuni hanno avuto un incremento tra le 1029 (Rignano Flaminio) e le 13.050 residenze (Fiumicino). Molti di questi Comuni registrano più nascite che morti e dove non è così, gioca un ruolo importante la migrazione delle residenze.

I Comuni a crescita costante

Tra tutte, soltanto tre città hanno registrato una crescita costante: Ardea, Fonte Nuova e Manziana. In dieci anni non hanno mai registrato un dato negativo. Nemmeno nel 2011 quando, con il Censimento Generale della Popolazione Residente, in molti Comuni si è registrato un decremento che è stato frutto della differenza tra i dati degli uffici anagrafe e il numero delle persone che hanno risposto al censimento. A Manziana gioca un ruolo importante la migrazione delle residenze. Fonte Nuova e Ardea hanno dati positivi costanti sia nelle nascite rispetto ai decessi, sia nell’arrivo di nuovi residenti.

Chi sono i Comuni che hanno ridotto i residenti

C’è poi un’altra parte della provincia di Roma che è in decrescita, se non in spopolamento. Tra questi, il Comune che ha perso più residenti in termini assoluti è Colleferro: se ne contano 906 in meno tra l’inizio del 2010 e l’inizio del 2020 (il 4% circa). La città è passata da 22170 abitanti del 2010 ai 21264 abitanti del 2020. Colleferro è anche in costante decrescita dal 2014, anno del picco intermedio delle residenze (21768).

Come Colleferro hanno sofferto della riduzione dei residenti altri 61 Comuni della provincia di Roma. Con 591 residenze in meno c’è Subiaco, Carpineto Romano (-470 residenti), Genzano di Roma (-374), Allumiere (-371), Tolfa (-335), Vicovaro (-321), Castel Madama (-277), Monte Porzio Catone (-268), Olevano Romano (-253), Grottaferrata (-250), Arsoli e Bellegra (-226), Sant’Oreste (-224), Arcinazzo Romano (-205), Segni (-200) e Genazzano (-197). Gli altri hanno dati di decrescita più bassi.

Chi ha invece registrato la percentuale più negativa è Vallepietra (-18,87%) seguita da Capranica Prenestina, Filacciano, Jenne, Vivaro Romano, Arcinazzo, Cineto Romano, Arsoli, Monteflavio e altri piccoli paesi come anche Gorga (-10,42%). Ma per questi piccoli paesi il raggiungimento di percentuali elevate è più frequente, visto che bastano poche persone per incidere in modo sostanziale sul totale. Per fare un esempio, a Vallepietra i residenti si sono ridotti di 60 unità. A Gorga di 83.

Colleferro, città a saldo naturale negativo

Dai dati disponibili, risulta che ad incidere sulla decrescita di Colleferro sia la differenza tra nati e morti: il cosiddetto saldo naturale è negativo e non è mitigato dal saldo migratorio. Infatti tra il 2017 e il 2019 ogni anno il saldo naturale è stato negativo di oltre 106 persone (il picco è stato di -120 nel 2015). Negli stessi anni il saldo migratorio è andato dalle -21 residenze alle +36 ogni anno (elaborazioni tuttitalia.it su dati Istat). Sul saldo naturale i dati più negativi iniziano dal 2013,con un -50 arrivato a -120 nel 2015; tra il 2015 e il 2019 è stato tra -72 e -117.

Carpineto Romano in decrescita costante

In tutta la provincia c’è un solo Comune che decresce costantemente. Si tratta di Carpineto Romano, le cui residenze sono diminuite di anno in anno. Approfondendo i dati su Carpineto, risulta che il numero delle famiglie si sia ridotto di 15 unità in dieci anni e il numero medio dei componenti sia passato da 2,47 del 2010 a 2,28 del 2019. A Carpineto il numero annuale delle nascite è inferiore al numero dei decessi, inoltre negli ultimi anni si è aggiunto anche un saldo migratorio negativo. La decrescita è rilevante anche in termini percentuali: tra il 2010 e il 2020 la popolazione è diminuita del 9,9%.

La situazione di Artena, Lariano, Valmontone, Labico e Velletri

Artena, Lariano, Valmontone, Labico e Velletri sono tutti Comuni in crescita se confrontati al 2010. Ma ci sono anche delle tendenze recenti che dovrebbero far allarmare. Andiamo con ordine. La campionessa di crescita della zona è Valmontone: tra il 2010 e il 2020 è passata da 15130 residenti a 16126, registrando un +996 residenti. Seconda in questa particolare classifica è Lariano, con 782 residenti in più: oggi ne conta 13503. Anche Labico è cresciuta di 664 residenti, attestandosi a 6498 residenti. Meno degli altri è cresciuta Velletri, che oggi conta 53527 abitanti, con soltanto un +473 rispetto al 2010.

Il focus su Artena

Pur avendo incrementato di 270 unità le residenze rispetto al 2010, negli ultimi cinque anni la popolazione residente ad Artena è in decrescita. Il picco delle residenze ad Artena si è raggiunto nel 2015 con 14276 residenti. L’Istat certifica che 31 dicembre 2019 i residenti erano 14033; oggi sarebbero una trentina in più.

Fino al 2014 Artena aveva un saldo naturale positivo, con più nascite di decessi. Nel 2015 i decessi hanno superato le nascite e il saldo naturale va dal -4 del 2016 al -34 del 2019. Più rilevante è invece il saldo migratorio: nel 2016 i residenti sono stati 95 in meno; 66 in meno nel 2017; nel 2018 c’è stato un saldo positivo di quattro residenze e nel 2019 si è registrato un -45.

Valmontone, città in controtendenza

Valmontone è in controtendenza rispetto al dato della zona e ha una dinamica più simile a città come Fonte Nuova, Ardea e Fiumicino. La città fino ad ora non ha mai registrato un sostanziale saldo naturale negativo. Le nascite sono state sempre più alte dei decessi e solo l’anno scorso ci sono stati due morti in più dei nati. Inoltre, alla crescita naturale della popolazione si è aggiunta una costante e robusta crescita migratoria, che si è attenuata nel 2015 ed ha avuto una piccola battuta d’arresto soltanto l’anno scorso (-11).

Nell’intera provincia crisi della natalità e, da due anni, anche del saldo migratorio

A parte le particolarità, la crescita della popolazione in tutta la provincia da cosa dipende? Non certo dal saldo naturale: dal 2012 (con la sola eccezione del 2013) i decessi sono sempre stati più delle nascite. Il crollo della natalità è evidente se si pensa che le nascite sono passate da 40844 nel 2011 a 28658 nel 2019. Con andamento inverso rispetto alle nascite, i decessi sono passati da 38333 del 2010 ai 40644 del 2019. Il saldo naturale ha raggiunto l’anno scorso -11986 persone (dati tuttitalia.it). Tra il 2014 e il 2018 i saldi naturali sono stati negativi. La battuta d’arresto della crescita naturale si è avuta nel 2012; la serie più negativa si è registrata tra il 2017 e il 2019: -9835 nel 2017; – 9956 nel 2018; -11986 nel 2019.

La crescita dei residenti della provincia di Roma è dovuta principalmente al movimento migratorio che è stato costantemente positivo già dal 2002. Nel 2013 il saldo migratorio è stato addirittura positivo di 280.831 unità. Negli ultimi due anni sono però arrivati i primi dati negativi anche sul saldo migratorio: nel 2018 l’emigrazione è stata superiore all’immigrazione con un saldo negativo delle residenze di 3557 persone. Nel 2019 il saldo negativo è stato di 54 persone.

Da cosa dipendono tutti questi cambiamenti? Probabilmente gli effetti della crisi economica si sono fatti sentire e la popolazione sembra essersi spostata verso Roma e verso i luoghi di lavoro. Accanto alla netta diminuzione delle nascite non può che far riflettere il saldo negativo migratorio degli ultimi due anni. Si tratta di un’epoca storica che è finita? Vedremo alla fine dell’anno.

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