Artena, si punta sulla vendita dei terreni comunali. Ma i dati non sono chiari

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Il piano di riequilibrio sarà in discussione lunedì in consiglio ad Artena: ieri l’assise è salta per l’assenza della maggioranza

granaio artena

Si terrà lunedì pomeriggio il consiglio comunale che dovrà votare il bilancio e il piano di riequilibrio finanziario del Comune di Artena. Ieri l’assise è saltata. Non si è tenuta per l’assenza dei consiglieri di maggioranza, che così hanno “disinnescato” l’eventuale chiusura dell’assemblea per la carenza del numero legale. In prima convocazione, infatti, sono necessario nove consiglieri per permettere al consiglio di svolgersi. In passato è accaduto che, sfruttando questa disposizione, l’opposizione si è alzata prima del voto, facendo chiudere la seduta.

Forse è per questo che ieri i consiglieri di “Artena Rinasce” non si sono presentati. Lunedì basteranno cinque consiglieri per portare avanti la seduta, che non potrà non votare le proposte del commissario. Sarà da vedere se la maggioranza, con il suo voto, certificherà la difficilissima situazione finanziaria del comune, dando l’ok al piano di riequilibrio finanziario elaborato dal commissario prefettizio.

Nel piano, su cui ci sono diverse perplessità, è riportata anche la vendita di diversi terreni comunali. Il valore di quegli appezzamenti è stimato in circa seicentomila euro. Tuttavia gli uffici stimano che in tre anni si potranno incassare duecentomila euro dalle vendite. Non si sa però quali siano i terreni interessati dalle alienazioni.

Qualche altro dubbio, sul piano di rientro, emerge dalle stime dei crediti da incassare. Specialmente per quanto riguarda il Cep. Una recente relazione del consorzio afferma infatti che la società deve al comune solo duecentomila euro. Dai dati del sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (Siope) emerge però un dato preoccupante.

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Spetterà comunque ai consiglieri comunali valutare i dati e decidere. Poi tutto passerà all’esame della Corte dei Conti, che potrebbe accettare il piano di rientro oppure respingerlo, eventualmente decidendo il dissesto del Comune qualora ce se fossero i presupposti. In tal caso non è escluso che i responsabili del dissesto siano chiamati a rispondere in sede contabile. Non sarebbe la prima volta.

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