Artena, pasticcio all’isola ecologica: da rimanere a bocca aperta

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L’altro giorno è emersa la verità sul motivo per cui l’isola ecologica di Artena, attesa da anni, è ancora chiusa

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È l’opera più attesa di Artena dopo il Palazzetto dello Sport. Sull’isola ecologica delle Valli sono stati scritti fiumi di articoli, di dichiarazioni e pagine e pagine di delibere. Eppure è ancora lì, chiusa. La struttura è praticamente ultimata malgrado mesi, se non anni, di contrasti con i residenti, un errore iniziale nella realizzazione della strada e diversi esposti all’ex Provincia.

La si attende da ben prima che fosse individuato il terreno delle Valli per realizzarla. In precedenza il Comune l’aveva prevista a Macere, su un terreno comunale, ma fu spostata a gara d’appalto assegnata perché ci si accorse che vicino al sito dovrà passare la Bretella Cisterna-Valmontone. Dopo un primo momento in cui l’Amministrazione di Artena voleva mantenere l’affidamento, ha revocato la gara. Poi ha commissionato i nuovi accertamenti geologici e anche per quelli emersero alcune anomalie negli studi. Infine la nuova gara, l’esproprio di un pezzo di terreno per fare la strada d’accesso e i lavori.

Ora l’isola ecologica di Artena è praticamente finita. Da diversi mesi è lì ad attendere l’entrata in funzione. L’Amministrazione ha subappaltato l’anno scorso gli ultimi lavori da fare a una ditta che, secondo quanto sostiene la Consigliera Silvia Carocci, aveva partecipato alla gara ma ne era stata esclusa. Così la struttura è lì ad attendere il taglio del nastro ma di apertura non se ne parla. Ora finalmente si sa perché e la risposta è sorprendente.

La rivelazione dell’assessore Scaccia sull’isola ecologica di Artena

Nell’ultimo Consiglio comunale l’assessore all’Ambiente Carlo Scaccia ha rivelato l’arcano rispondendo a un’interrogazione di Silvia Carocci. In sostanza ha detto che l’isola ecologica è stata costruita su un tratto di fogna che va al depuratore e questo crea problemi ai fini della messa in esercizio.

Lo stesso assessore ha detto che sul posto sono stati fatti i sondaggi e la fogna non era stata trovata. “A breve – ha aggiunto – l’Acea farà i lavori per risolvere il problema”. Quando il Consigliere Costanzo Pompa ha obiettato che “la rete fognante esiste e non è che si fa un palazzo su una fogna”, l’assessore ha ammesso che “c’è stata colpa ma sono i tecnici che fanno il progetto e non l’assessore, la colpa è dei tecnici”.

Insomma i tecnici, i cui responsabili sono stati scelti dall’organo politico – e infatti anche all’epoca erano consulenti esterni -, hanno commesso un altro errore. Questa è la versione dell’Amministrazione. Così, mentre continuiamo ad aspettare l’apertura di una struttura essenziale nella raccolta dei rifiuti, non possiamo che domandarci se mai qualcuno pagherà anche per questo.

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