Artena, il “buco” su Piazza della Vittoria porta alla luce un locale dimenticato

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Il sopralluogo eseguito questa mattina dal Comune di Artena riporta alla luce un locale sottostante la piazza, da tempo dimenticato ma ipotizzato nello studio dell’ing. Matteo Riccelli e citato dal Sindaco Gino Bucci in un libro del 1950. L’intervento da fare per mettere in sicurezza il punto potrebbe essere non comune

Dopo quattrocento anni dalla costruzione di piazza della Vittoria la luce è tornata a filtrare in un locale dimenticato. Il cedimento che ieri si è manifestato sulla piazza sotto forma di “buco” ha infatti fatto filtrare la luce del sole in un locale profondo circa 10 metri. Stamattina nelle stanze accanto a dove si è venuto a creare quel cedimento sono scesi i tecnici comunali e l’assessore Pecorari. “Ciò che abbiamo visto – ha detto l’assessore – è un locale profondo una decina di metri con delle volte centinate, una delle quali ha ceduto nel punto in cui si è verificato l’avvallamento e il buco. L’intervento che dovremo fare sarà particolare e condizionato dall’altezza dei locali”. Nei prossimi giorni verranno eseguiti ulteriori sopralluoghi per capire come intervenire.

La presenza di queste “stanze” conferma la convinzione popolare secondo cui la piazza “sotto è vuota”. Ma non è dovuta a una carenza strutturale o a un cedimento del terreno, quanto piuttosto a una scelta effettuata quattrocento anni fa dagli architetti e costruttori incaricati dal Cardinal Scipione Borghese. Secondo l’ing. Matteo Riccelli, studioso della struttura realizzata nel Seicento, il locale individuato potrebbe essere un’intercapedine tra la vecchia piazza medievale e la nuova piazza Seicentesca.

L’ipotesi dell’ing. Riccelli e le testimonianze sullo “strapiombo”

“Secondo i miei studi e le mie ipotesi – spiega l’ing. Riccelli a La Nuova Tribuna –, che ho elaborato studiando le piante seicentesche del luogo prima che venisse costruita la piazza confrontandole con i miei rilievi, la piazza di Scipione Borghese è stata costruita accostandosi alla struttura dell’antica piazza medievale ma non inglobandola del tutto. L’antica piazza si trovava a strapiombo su un profondo dirupo ed era cinta da alcune murature, la piazza nuova è stata realizzata costruendo una serie di strutture che hanno “riempito” questo dirupo, tuttavia tra la montagna su cui sorgeva la piazza medievale e la nuova struttura, è stato lasciato volutamente uno spazio di larghezza ed altezza variabile, la bucatura di cui parliamo si trova proprio su questo spazio”.

L’intercapedine che è stata lasciata – proseguito Riccelli – probabilmente aveva la funzione di aerare i locali “sotterranei” che vennero realizzati insieme alla piazza, e lo dimostra il fatto che su questa si affacciano delle aperture abbastanza ampie proprio come se servissero al ricambio di aria fresca. Non escludo che questo spazio sia stato lasciato anche per isolare strutturalmente la vecchia costruzione dalla nuova, un concetto molto moderno per l’epoca che però potrebbe essere la risposta alla solidità della piazza che tutto sommato sta su da 400 anni e ha sopportato una Guerra nonché il transito di automobili e mezzi pesanti. Quest’intercapedine secondo i miei rilievi, è presente per tutta la lunghezza del vecchio tratto di mura medievali ricoperte dalla struttura seicentesca, potremmo immaginarla come un “solco” che taglia la piazza in due parti ed arriva almeno fino all’altezza degli attuali bagni pubblici”.

In rosso la piazza seicentesca, in giallo l’intercapedine e in blu la piazza medievale

Del fatto che dietro i bagni pubblici ci sia un “vuoto” – racconta l’ing. Matteo Riccelli – ne abbiamo certezza perché il sindaco Gino Bucci nel suo libro “Artena ha cambiato Volto” ricorda che nell’ex mattatoio situato dove adesso ci sono i gabinetti pubblici vi era nella parete di fondo un buco che si affacciava su uno spazio profondo in cui venivano gettati gli scarti della macellazione. Secondo il mio parere, lo spazio su cui si aperta la buca e lo spazio di cui ci parla l’ex Sindaco Bucci sono due facce della stessa medaglia. Inoltre gli allineamenti delle murature scaturiti dai miei rilievi dimostrerebbero appunto l’esistenza di uno spazio che corre dietro i locali che ci troviamo su via Garibaldi scendendo verso l’Arco Borghese. I rilievi dei tecnici che seguiranno nei prossimi giorni speriamo che ci diano ancora più informazioni su questa mia ipotesi – ha concluso Riccelli –, così da avere un quadro chiaro della struttura su cui sorge la piazza ed evitare che accadano altri eventi come questo oppure di portata più grave.

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