Depuratore del Colubro: finisce l’odissea. Verso i nuovi allacci

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Dalla prossima settimana ok ai nuovi allacci al depuratore intercomunale di Artena e Lariano. Angelini: “Abbiamo già chiesto all’Acea Ato 2 di ampliare l’impianto”

Per Artena e Lariano è davvero la fine di un’odissea. L’ex Provincia di Roma ha finalmente autorizzato lo scarico del depuratore intercomunale del Colubro. Dalla prossima settimana chi è in lista di attesa potrà essere autorizzato ad allacciarsi in fogna. Termina così un’era in cui privati grandi e piccoli sono stati costretti ad attendere. Attendere per l’autorizzazione allo scarico, per l’ottenimento delle nuove utenze idriche e anche per i permessi a costruire.

A divulgare la notizia è stato il Sindaco Angelini: “Sono stato informato dall’Acea Ato 2 che la Città Metropolitana di Roma ha rilasciato l’autorizzazione allo scarico per il depuratore intercomunale del Colubro. Dalla prossima settimana agli utenti sarà di nuovo permesso di allacciarsi secondo la lista di attesa che nel tempo si è formata”.

“Si tratta di un risultato molto importante – ha aggiunto il sindaco di Artena – che abbiamo raggiunto prendendoci responsabilità rilevanti e che ora consente di dare risposte alle esigenze delle famiglie e di coloro che attendevano che l’impianto fosse in regola per ricevere le necessarie autorizzazioni allo scarico in fogna. Considerato che l’impianto è attualmente insufficiente rispetto alle esigenze dei Artena e Lariano, abbiamo già richiesto all’Acea Ato 2 di programmare l’ampliamento del depuratore, così da rispondere ai bisogni delle due comunità”.

Dal sequestro alla riapertura: tra ordinanze e lavori

Dietro la riapertura del depuratore c’è una lunga storia giudiziaria e anche di ordinanze. La Polizia Provinciale sequestrò lo scarico del depuratore nel 2015 a seguito di alcuni sforamenti degli inquinanti nei campi a valle dell’impianto. Seguirono indagini a tappeto per individuare le aziende che scaricavano in fogna e una caratterizzazione del terreno, ordinata dal Sindaco di Artena, per capire se e quanto il terreno fosse inquinato. Dopo le analisi e il cambiamento del modello di valutazione, emerse che non c’era differenza tra i terreni a monte e a valle dell’impianto: così i tecnici declassarono a presenza degli inquinanti a normale composizione del terreno.

Il dissequestro dello scarico è arrivato soltanto l’anno scorso. Ma non l’autorizzazione della Città Metropolitana. Come avevamo già scritto diversi anni fa sul settimanale La Nuova Tribuna, sarebbe stato necessario realizzare una conduttura di collegamento tra il depuratore e un fosso distante poco meno di un chilometro.

C’è voluta un’ordinanza del sindaco per realizzare i lavori e una seconda ordinanza (quasi un’immolazione) per mettere in esercizio temporaneo l’impianto in attesa della conduttura. Altrimenti, come nel passato, l’Acea Ato 2 avrebbe dovuto continuare ad usare delle autobotti per prelevare giornalmente l’acqua depurata e trasferirla altrove, con un netto impatto dei costi sugli utenti.

Ora che l’Acea Ato 2 ha terminato i lavori, la Città Metropolitana ha autorizzato lo scarico nella conduttura e quindi nel fosso. L’impianto torna regolarmente in funzione, sgravando il Primo Cittadino di Artena dalle responsabilità date dall’ordinanza. I cittadini di Artena e Lariano possono infine vedersi autorizzare gli allacci in fogna.

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