Tamponi, la domanda dei sindaci: “Perché la Asl Roma 5 non è ancora pronta con un suo laboratorio?”

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I sindaci di Colleferro, Artena, Valmontone, Segni, Labico, Gavignano, Gorga, Carpineto Romano e Montelanico si chiedono perché la Asl Roma 5 “non sia ancora pronta con un suo laboratorio analisi” e prendono posizione contro il blocco dei ricoveri programmati

“Ci chiediamo inoltre perché la nostra Asl non sia ancora pronta con un suo laboratorio all’analisi dei tamponi e perché debba ancora appoggiarsi su Roma e siamo infine contrari al blocco ospedaliero di tutte le operazioni in elezione; il Covid e l’emergenza non possono bloccare le cure e gli interventi normali di cui hanno vitale bisogno i nostri concittadini”. Con queste parole i sindaci del distretto di Colleferro della Asl Roma 5 hanno preso posizione contro il blocco dei ricoveri programmati disposto dalla direzione aziendale il 12 ottobre.

Sulla nota c’è anche un piccolo “giallo”. Le parole dei sindaci di Colleferro, Artena, Valmontone, Labico, Carpineto Romano, Segni, Montelanico, Gorga e Gavignano dovevano essere la parte finale di un comunicato stampa congiunto tra tutti i Primi Cittadini. La nota era arrivata nelle redazioni senza quella rilevante presa di posizione, forse la più rilevante dell’intero comunicato. Il testo completo è arrivato ufficialmente soltanto pochi minuti fa.

La notizia è quindi duplice. La prima è che i sindaci sono contrari al blocco ospedaliero di cui abbiamo dato notizia questa mattina. La seconda è che, secondo i sindaci, la Asl Roma 5 non è ancora pronta con un suo laboratorio per l’analisi dei tamponi e per fare questo lavoro si appoggia a Roma. Questo accade dopo otto mesi dall’inizio dell’emergenza nazionale. È forse questo il motivo per cui i dati ai Comuni non arrivano tempestivi?

Spetta alla Asl Roma 5 chiarire la questione e speriamo che lo faccia esaustivamente. Ma va anche detto che è la Regione ad individuare i laboratori in cui si fanno i tamponi, che devono rientrare nella rete coroNET del Lazio (clicca qui per leggere i laboratori abilitati). Non a caso della vicenda e della possibile apertura della rete coroNET ai privati si è parlato anche a settembre in un’audizione dell’assessore D’Amato nella Commissione Sanità del Consiglio regionale.

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