Il PNRR mancato e bilancio? “Una solfa”. La maggioranza rimane in consiglio

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Ad Artena i consiglieri di maggioranza non si dimettono e danno tutte le colpe all’opposizione. E per la prima volta commentano il processo “Feudo” nel merito

Non si dimettono i consiglieri di maggioranza di Artena. Dopo l’extrema ratio delle dimissioni delle opposizioni, la maggioranza non ci pensa a lasciare il consiglio comunale. Si andrà avanti così. E nella replica giunta a FrosinoneToday il PNRR mancato, il bilancio in pre-dissesto, l’agitazione dei dipendenti comunali e i servizi che non funzionano diventano “la solita solfa” delle opposizioni.

Nella nota la maggioranza rinfaccia all’opposizione anche le critiche per il processo Feudo, che sta interessando alcuni amministratori. Alle opposizioni la nota della maggioranza dice: “E smettano di speculare vergognosamente su una vicenda giudiziaria che riguarda amministratori accusati essenzialmente di aver cercato di salvaguardare nel 2018 Artena da un  predissesto finanziario che, a loro avviso, non c’era. Salvando quindi gli Artenesi dal pagare tasse e tributi non dovuti”.

Oggi però il pre-dissesto è una realtà che dovrà comportare il taglio di 700 mila euro l’anno a servizi e personale del comune. Le minoranze hanno prese le distanze in un modo che aveva fatto tentennare qualcuno della maggioranza. Ma a due giorni dalle dimissioni la risposta è inequivocabile: “Un antico adagio – conclude la nota della maggioranza – dice che si dimette solo chi è colpevole o vigliacco o irresponsabile. Noi non ci sentiamo di appartenere a nessuna di questa categorie. E lavoreremo per Artena fino alla fine con tutto l’impegno di cui siamo capaci”. Eccola per intero così come pubblicata da FrosinoneToday:

“Dimissioni minoranza. Le dimissioni dei consiglieri di minoranza – spiegano gli esponenti della maggioranza in una nota inviata alla nostra redazione – sono un atto scontato da parte di chi ha usato la carica di consigliere comunale solo per fare continue denunce alla Procura, alla Prefettura, al TAR, al Consiglio di Stato, e creare così un clima di tensione e odio, cercando di paralizzare con tutti i mezzi i lavori del consiglio comunale senza mai, dicasi mai, portare una proposta positiva o la soluzione a un qualsiasi problema della città.

Ora osa parlare di decadimento e immobilismo proprio chi con il proprio comportamento ha provocato tutto questo. È il fallimento finale di un modo di fare opposizione demagogico, calunnioso e strumentale.

A nostro avviso non è un caso che questa decisione sia arrivata a pochi giorni da una batosta elettorale ricevuta dai partiti politici di riferimento di questi signori.

Il senso di responsabilità (a scoppio ritardato) di cui parlano avrebbe dovuto indurli a partecipare attivamente e in maniera unitaria alla gestione della cosa pubblica soprattutto ora che il Commissario Prefettizio poteva offrire un campo neutro di collaborazione alla pari.

Noi li abbiamo invitati più volte ricevendo in cambio solo insulti e calunnie.

E anche in questo loro ultimo gesto scriteriato non ci hanno risparmiato la  solita solfa del PNNR, della agitazione dei dipendenti comunali, del bilancio, dei servizi che non funzionano e altro ancora.

Noi eravamo in consiglio comunale e abbiamo cercato di fare il nostro dovere al meglio.  Loro invece dove erano?

E smettano di speculare vergognosamente su una vicenda giudiziaria che riguarda amministratori accusati essenzialmente di aver cercato di salvaguardare nel 2018 Artena da un  predissesto finanziario che, a loro avviso, non c’era. Salvando quindi gli Artenesi dal pagare tasse e tributi non dovuti.

Si tratta quindi di tutelare non  interessi privati ma interessi prettamente pubblici. Un antico adagio dice che si dimette solo chi è colpevole o vigliacco o irresponsabile. Noi non ci sentiamo di appartenere a nessuna di questa categorie. E lavoreremo per Artena fino alla fine con tutto l’impegno di cui siamo capaci”

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