Sforbiciate e incassi: il futuro “nero” del comune di Artena

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Il piano del commissario, approvato dalla maggioranza di Artena, prevede tagli di spesa per 700 mila euro l’anno

Sarà davvero un salasso per i servizi comunali. La strategia per risanare il comune di Artena prevede forti tagli e l’obiettivo di aumentare le entrate. Il piano presentato dal commissario prefettizio è stato approvato in consiglio comunale dalla maggioranza di Artena Rinasce. E prevede un taglio annuo alla spesa di 6-700 mila euro.

La riduzione della spesa avrà un impatto sulla funzionalità dell’ente, che già si trova ad affrontare molti problemi. Non è un caso che i lavoratori del comune di Artena siano in agitazione, reclamando l’accordo sul contratto integrativo. Né è un caso che i consiglieri di minoranza si siano dimessi in massa, prendendo le distanze da quello che ritengono essere “l’immobilismo e il decadimento politico e amministrativo di Artena”. Lasciando ai consiglieri di maggioranza tutte le responsabilità di non andare al voto.

Il taglio progettato – e in attesa dell’ok del Ministero e della Corte dei Conti – dovrà essere strutturale. Nel senso che dovrà incidere sulle spese fisse del comune di Artena. In particolare si intende intervenire sul personale e sui rifiuti. Proprio sui dipendenti il piano prevede un taglio annuo di 150-200 mila euro. Vorrà dire che i pensionamenti non saranno sostituiti con concorso e che i responsabili dei servizi – già in difficoltà – dovranno continuare ad essere condivisi con altri comuni.

Altri tagli dovrebbero riguardare il mantenimento dei cani randagi, che fino all’anno scorso è costato 120 mila euro l’anno al comune. L’auspicio è quello di promuovere l’adozione degli animali che sono custoditi nel canile di Artena. Un altro taglio riguarda l’affitto del “consultorio”, che con il trasferimento nella struttura in via Fleming dovrebbe far risparmiare al comune 20 mila euro l’anno.

E poi c’è la gestione della raccolta differenziata porta a porta. Il servizio attualmente costa 2,2 milioni di euro l’anno, ma il comune incassa troppo poco dalle bollette. L’obiettivo è di arrivare ad incassare almeno 1,8 milioni di euro. Ma vanno anche ridotti i costi. Si potrebbe fare, secondo le intenzioni del commissario, aumentando la qualità della differenziata. Per farlo il comune potrebbe ricorrere all’aumento dei controlli e delle sanzioni su chi non differenzia adeguatamente.

L’altro obiettivo è incassare di più. Il piano del commissario prevede di riportare all’interno del comune il servizio di riscossione dei tributi, che sono ancora affidati al Cep. L’ente pubblico continua a versare in una grave crisi, tanto che nelle settimane scorse la vicenda è andata a finire in Parlamento con un’interrogazione dell’on. Volpi. Secondo quell’interrogazione sarebbe stata presentata una richiesta di concordato preventivo in tribunale a Tivoli.

A testimoniare ulteriormente le difficoltà del comune ci sono i decreti ingiuntivi e le nomine dei commissari ad acta per l’esecuzione dei pagamenti. Nei mesi scorsi, infatti, società e privati hanno fatto ricorso alla magistratura amministrativa per vedersi riconosciute le somme a cui avevano diritto con sentenza. Altri hanno notificato dei decreti ingiuntivi, come quelli per il pagamento degli affitti di villa Borghese. Il comune paga quello che può. Ma può comunque rifugiarsi dietro lo scudo della dichiarazione di pre-dissesto, che impedisce l’esecuzione forzata delle ingiunzioni.

Le indagini sui bilanci proseguono

Intanto continuano gli accertamenti della magistratura di Velletri sui bilanci del comune. La scorsa settimana, infatti, i carabinieri sono tornati negli uffici per acquisire nuovi atti. A quanto pare, gli approfondimenti riguarderebbero addirittura i bilanci del 2014 e 2013. Sotto la lente d’ingrandimento potrebbero esserci le quantificazioni dei residui nel tempo. Cioè i crediti e i debiti riportati ogni anno in bilancio.

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